«Rete 4 va avanti tutta». Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, è soddisfatto della sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso in appello di Europa 7 contro la sentenza del Tar Lazio nella quale si dichiarava «inammissibile e irricevibile» il ricorso di primo grado volto all’annullamento dell’autorizzazione alla radiodiffusione tv di Rete 4.
L’emittente del gruppo Mediaset, ha aggiunto Confalonieri nel corso del Festival dell’Economia di Trento, «non è mai stata in dubbio, come abbiamo sempre sostenuto». La battaglia parlamentare sulla questione, quindi, è una «batracomiomachia», una contesa inutile. «Il signor Di Pietro ha cavalcato una causa che sapeva non essere nei termini che diceva», ha puntualizzato Confalonieri rispondendo anche a uno spettatore che lo contestava. «Berlusconi – ha detto – è proprietario solo di un terzo di Mediaset che per due terzi è dei fondi di investimento. Si può dire che non vada bene che uno faccia il presidente del Consiglio e abbia quote in una tv, però gli elettori hanno votato per tre volte questo signore».
Ma Antonio Di Pietro non ha rinunciato al ruolo di ultimo paladino dell’antiberlusconismo militante. «Ecco la ragione per cui Berlusconi voleva in fretta e furia inserire nel decreto l’emendamento “salva Rete 4”. Sapeva che di lì a qualche giorno poteva uscire la decisione che riconferma e impone al governo italiano di adeguarsi alla sentenza dell’Europa per la redistribuzione delle frequenze televisive. In un Paese normale, solo per questo fatto, sarebbe stato chiesto l’impeachment per il presidente del Consiglio», ha dichiarato il leader Idv.
I fatti anche questa volta non paiono dargli ragione. E non solo perché il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso dell’emittente di Francesco Di Stefano, ma anche perché i giudici di Palazzo Spada, relativamente ad altri ricorsi, hanno stabilito che è il ministero dello Sviluppo economico a doversi pronunciare sull’assegnazione delle frequenze in base a quanto sancito dalla Corte Ue lo scorso gennaio con la sentenza nella quale si metteva in luce la mancanza di «criteri obiettivi e trasparenti» per la loro attribuzione.
«Il ministero da me rappresentato – ha assicurato il sottosegretario Paolo Romani titolare della delega alle Comunicazioni – si muoverà non appena le motivazioni della sentenza avranno chiarito i termini esatti della questione e lo farà in coerenza con quanto richiesto dall’Europa». Romani, sottolineando come sia stata chiusa «l’annosa questione» di Rete 4, non si è pronunciato su un’altra decisione del Consiglio di Stato, ovvero il rinvio all’udienza del 16 dicembre 2008 per l’esame di merito della domanda di risarcimento di Europa 7 che è stata parzialmente accolta (in origine l’emittente di Di Stefano chiedeva 2 miliardi in caso di ottenimento delle frequenze e 3 miliardi senza; ndr). Respinto, invece, il ricorso di Di Stefano relativo a 7 Plus, tv «bocciata» nella gara indetta dal ministero delle Comunicazioni nel 1999. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha invece annunciato per martedì prossimo l’insediamento di una commissione tecnico-giuridica per dar seguito alla sentenza del Consiglio di Stato resa nota ieri.
Insomma, la questione è chiara e può considerarsi pressoché chiusa: Rete 4 è legittimata a trasmettere, il ministero si dovrà pronunciare sul piano di assegnazione delle frequenze, l’emendamento «salva Rete4» al decreto Ue non è mai stato tale e le megamulte paventate da Di Pietro & C. sono ben al di là da venire. Nonostante tutto questo l’ex ministro Paolo Gentiloni (Pd) è intervenuto pro domo sua: «Il governo liberi le frequenze e non si comporti in modo pilatesco».
Come ha ricordato Mediaset in una nota, però, «Rete 4 era stata inserita strumentalmente in una vicenda relativa ai rapporti tra Europa 7 e lo Stato italiano in cui Mediaset non c’entrava assolutamente nulla. Il Consiglio di Stato lo ha riconosciuto e ha scritto la parola “fine”». Ma per la sinistra la guerra non è ancora finita.
Roma, 31 mag. (Adnkronos) – “Con l’odierna sentenza del Consiglio di Stato si chiude definitivamente ogni dubbio sul diritto di Retequattro a trasmettere. Anche l’ultimo tentativo di invocare lo stop della magistratura all’attivita’ della rete Mediaset e’ fallito”. Lo scrive in in nota l’ufficio stampa Mediaset. “Il Consiglio di Stato ha infatti respinto -continua Mediaset nella nota- il ricorso proposto da Centro Europa 7 che aveva l’obiettivo di annullare la sentenza del Tar del Lazio che gia’ nel 2004 aveva respinto la richiesta di revocare l’autorizzazione di Retequattro a trasmettere”.
TV: DI PIETRO, ECCO RAGIONE FRETTA BERLUSCONI DI SALVARE RETE4
Roma, 31 mag. (Adnkronos) – “Ecco la ragione per cui Berlusconi in fretta e furia voleva inserire nel decreto l’emendamento salva Rete 4″. E’ quanto dichiara il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando la pronuncia del Consiglio di Stato sulla vicenda di Europa 7. ”Berlusconi -dice l’ex pm- sapeva che da li’ a qualche giorno poteva uscire la decisione la quale riconferma e impone al governo italiano di adeguarsi alla sentenza dell’Europa per la redistribuzione delle frequenze televisive”. ”Evidentemente -spiega Di Pietro- la norma proposta dal capo del governo doveva servire a creare i presupposti di legge che impedissero al consiglio di Stato di prendere la decisione che oggi ha preso. In un Paese normale, solo per questo fatto, sarebbe stato chiesto l’impeachment per il presidente del Consiglio ed invece, come al solito, egli fa finta di non sentire e non capire. Vorra’ dire che ancora una volta investiremo la Corte di Giustizia e la Commissione europea affinche’ metta in mora definitivamente l’Italia che a queste condizioni – conclude Di Pietro- non merita, veramente, di stare nella Comunita’ europea”. (Pol/Ct/Adnkronos)
31-MAG-08 18:31
Confalonieri: «Nessuna ombra. Retequattro avanti tutta»
Frequenze tv, il Consiglio di Stato: «Applicare la sentenza Ue su Europa 7»
Respinto il ricorso di Mediaset. Richiamata la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea
ROMA – Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso in appello proposto da Rti (Mediaset) contro Centro Europa 7 per l’annullamento della sentenza del Tar del Lazio del 16 settembre 2004 «ritenendo la persistenza del dovere del ministero di rideterminarsi motivatamente sull’istanza di Centro Europa intesa alla attribuzione delle frequenze di cui al decreto ministeriale 28 luglio 1999, anche in applicazione della sentenza della Corte di giustizia del 31 gennaio 2008». Dunque, il Consiglio di Stato richiama esplicitamente la sentenza della Corte europea secondo la quale le norme italiane sulle frequenze non rispettano le direttive comunitarie, non rispettano il principio della libera prestazione dei servizi e non seguono criteri di selezione obiettivi. La sentenza Ue riconosceva a Europa 7 (emittente che nel 1999 vinse il bando di gara per una concessione tv) il diritto ad avere le frequenze per trasmettere, ritenendo illegittimo il lungo periodo transitorio di cui ha sinora beneficiato Rete 4.
GOVERNO – In sostanza, i giudici di Palazzo Spada sottolineano che non possono imporre all’amministrazione la distribuzione delle frequenze, ma che tuttavia il ministero deve pronunciarsi nuovamente sull’istanza di Europa 7. La questione, quindi, torna al ministero che deve riprendere in esame la vicenda e «rideterminarsi motivatamente». Sul risarcimento danni – Europa 7 aveva chiesto poco più di 2 miliardi di euro nel caso in cui avesse ottenuto le frequenze, oppure 3 miliardi in caso di mancata assegnazione delle frequenze stesse – il Consiglio di Stato si è riservato invece di pronunciarsi successivamente. La Suprema magistratura amministrativa ha anche respinto il ricorso di Europa 7 per l’annullamento della sentenza del Tar con la quale era stato dichiarato inammissibile e irricevibile il ricorso dell’emittente relativo all’abilitazione di Retequattro. Di fatto, quindi, Retequattro è legittimata – per il momento – a proseguire l’attività di diffusione televisiva in ambito nazionale.
MEDIASET – «Con l’odierna sentenza del Consiglio di Stato si chiude definitivamente ogni dubbio sul diritto di Retequattro a trasmettere. Anche l’ultimo tentativo di invocare lo stop della magistratura all’attività della rete Mediaset è fallito. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso proposto da Centro Europa 7 che aveva l’obiettivo di annullare la sentenza del Tar del Lazio che già nel 2004 aveva respinto la richiesta di revocare l’autorizzazione di Retequattro a trasmettere». Lo dice una nota Mediaset a commento della decisione dei giudici di Palazzo Spada. «Due gradi di giustizia amministrativa (Tar prima, Consiglio di Stato oggi) si sono pronunciati in modo incontrovertibile – aggiunge il comunicato del gruppo di Cologno Monzese – contro chi chiedeva di spegnere Retequattro».
CONFALONIERI: «NESSUNA OMBRA» – «Europa 7 non ha alcun diritto alle frequenze di Retequattro e non c’è nessuna ombra sulla legittimità delle sue frequenze». È il commento del presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri «Il Consiglio di Stato ha detto che bisogna applicare la sentenza comunitaria, ma questa sentenza non dice che Retequattro doveva restituire le frequenze. Al massimo Europa 7 potrebbe aver diritto a un risarcimento».
GENTILONI E MELANDRI – L’ex ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni (Pd), è dell’opinione invece che «la decisione del Consiglio di Stato riconosce finalmente e definitivamente il diritto a Europa 7 di avere le frequenze necessarie a trasmettere. Sarebbe troppo comodo per il governo dire che di frequenze non ce n’è e far pagare a dicembre ai contribuenti un risarcimento miliardario». Secondo Giovanna Melandri, ministro ombra delle Comunicazioni, «la maggioranza e il governo hanno la possibilità di cominciare a risolvere nei fatti la questione della scarsa pluralità e della libera concorrenza all’interno del sistema radiotelevisivo nazionale».
Mediaset, governo decida su Europa 7 – Consiglio Stato
ROMA (Reuters) – Il governo deve pronunciarsi sulla richiesta dell’emittente Centro Europa 7 di ottenere le frequenze per trasmettere, applicando la sentenza della Corte di giustizia europea del 31 gennaio scorso.
Lo ha stabilito oggi il Consiglio di Stato respingendo il ricorso presentato da Rti, società del gruppo Mediaset, per l’annullamento della sentenza del Tar del Lazio del 16 settembre 2004.
Il Consiglio di Stato ha ritenuto “la persistenza del dovere del ministero di rideterminarsi motivatamente sull’istanza di Centro Europa 7 tesa alla attribuzione delle frequenze di cui al decreto ministeriale 28 luglio 1999 anche in applicazione della sentenza della Corte di giustizia del 31 gennaio 2008”.
Europa 7 ha ottenuto nel 1999 una concessione analogica, ma non ha mai potuto trasmettere su scala nazionale perché le frequenze necessarie sono occupate da Rete 4, il terzo canale del gruppo Mediaset controllato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Il 31 gennaio la Corte di giustizia europea, su ricorso del Consiglio di Stato, ha riconosciuto che il sistema di assegnazione delle frequenze in Italia non rispetta il diritto comunitario poiché “non segue criteri di selezione obiettivi, trasparenti, non discriminatori e proporzionati”.
Il tribunale ha rigettato anche il ricorso in appello proposto da Centro Europa 7 per l’annullamento di un’altra parte della sentenza del Tar Lazio (ricorso con il quale si chiedeva un risarcimento all’amministrazione pubblica), dichiarando l’inammissibilità dell’istanza. L’esame di merito sulla richiesta di risarcimento è però rimandata a dopo la decisione che il governo prenderà sul caso.
Non si è fatta attendere la reazione del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, per il quale Europa 7 può al massimo aspirare ad un risarcimento, perché non esiste alcuna “ombra” sulla legittimità delle frequenze di Rete 4.
“Europa 7 non ha nessun diritto alle frequenze di Rete 4”, ha detto Confalonieri a margine di un incontro nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. “Casomai Europa 7 potrebbe – in un’istruttoria che durerà da qui al 15 ottobre – avere diritto a un risarcimento la cui entità dovrà essere valutata dal Consiglio di Stato e dal ministero”.
Secondo il presidente di Mediaset, infatti, il Consiglio di Stato oggi ha solo ribadito la necessità di applicare la sentenza comunitaria, che non obbliga Rete 4 a restituire le frequenze
“Non c’è nessuna ombra sulla legittimità delle frequenze di Rete 4”, ha detto Confalonieri.
Per ora il governo si limita ad incassare la sentenza della suprema corte amministrativa senza sbilanciarsi.
Paolo Romani, sottosegretario allo Sviluppo economico di Forza Italia, aspetta le motivazioni delle sentenza per fare commenti.
“Mi sembra tutto molto complesso se non si conosce la sentenza. Martedì avremo le motivazioni e a quel punto capiremo cosa è stato detto. Mi sembra molto difficile francamente capire cosa ha stabilito il Consiglio di Stato sulla base di un comunicato stampa”, ha detto Romani interpellato da Reuters.
Dall’opposizione si è fatto sentire Nello Formisano, parlamentare dell’Italia dei Valori, secondo cui la sentenza di oggi dà ragione al suo partito nella battaglia contro l’attuale assetto delle frequenze.
“La necessità di assegnare frequenze a Europa 7 è stata riaffermata oggi dal Consiglio di Stato in un giudizio contro Rete 4 di Mediaset”, ha detto in una nota.
No del Consiglio di Stato a Rti. “Governo applichi sentenza Ue”. Confalonieri: “Ma è stato riconociuto il diritto di Rete 4 a trasmettere”
ROMA – Tocca al governo decidere sull’istanza di Centro Europa7 per l’assegnazione delle frequenze televisive nazionali analogiche. Lo dice il Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso in appello proposto da Rti Spa (Mediaset) contro l’emittente, con il quale si chiedeva l’annullamento della sentenza del Tar del Lazio del settembre 2004.
I giudici di Palazzo Spada ritengono “la persistenza del dovere del ministero (delle Comunicazioni, ndr) di rideterminarsi motivamente sull’istanza di Centro Europa7 per l’attribuzione delle frequenze”.
Il Consiglio di Stato si richiama alla sentenza della Corte di Giustizia Ue, che lo scorso 31 gennaio aveva stabilito che le norme italiane sulle frequenze non rispettano le direttive comunitarie, non rispettano il principio della libera prestazione dei servizi e non seguono criteri di selezione obiettivi.
Come dire che il sistema italiano limita la concorrenza. E il lungo periodo transitorio di cui ha sinora beneficiato Retequattro era da ritenersi illegittimo. La sentenza Ue riconosceva quindi a Europa7 il diritto ad avere le frequenze per trasmettere.
Ora di fronte al ministro delle Comunicazioni il compito di rispondere alle indicazioni della sentenza. E’ quello che chiede il ministro-ombra Giovanna Melandri, che invita il governo a intervenire immediatamente nella redistribuzione delle frequenze televisive”.
Ma su un punto Mediaset precisa, e canta vittoria. Lo fa con un comunivcato ufficiale e con le parole di Fedele Confalonieri. “Dalla sentenza di oggi – dicono da Cologno monzese – si evince una pronuncia incontrovertibile contro chi chiedeva di spegnere Rete4. Dunque la nostra emittente va tranquillamente avanti a trasmettere”