Il Cable-gate si è risolto, per il momento, con il sollevamento del ministro, da parte del premier Cameron, dalla delega per le vicende inerenti l’opa lanciata dalla News Corp. di Rupert Murdoch per l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della BSkyB, la regina delle pay tv britanniche.
Il caso che ha messo in imbarazzo il governo di Londra è iniziato pochi giorni fa, quando due finti sostenitori del partito liberaldemocratico, in realtà inviati del Daily Telegraph, si erano recati da Vince Cable, ministro di “Business, Innovation and Skills” (l’equivalente dello Sviluppo Economico qui in Italia), nonché numero due dei liberaldemocratici di Nick Clegg – che governano assieme ai Tory di Cameron – e gli avevano strappato alcune confidenze che un ministro non dovrebbe fare, di norma, a due sconosciuti. In quanto titolare del dicastero sul Business, Cable è responsabile del monitoraggio delle operazioni che dovrebbero portare la News Corp. ad acquisire la maggioranza di BSkyB. Per ragioni che contemplano un mix di antipatia personale, calcolo politico e ragionevoli questioni “nazionalistiche” (il mantenimento in mani britanniche di uno dei colossi della tv d’oltremanica), Cable aveva confidato ai due sedicenti sostenitori che mai avrebbe permesso a Murdoch di impadronirsi del network, di cui già detiene, attualmente, una quota azionaria minoritaria. “Magari vi state chiedendo che cosa sta succedendo con il gruppo editoriale di Murdoch, è che ho dichiarato guerra a Murdoch e penso che la vinceremo”, sono le scioccanti dichiarazioni estrapolate a Cable dalla conversazione amicale, nascostamente registrata dai reporter. Scioccanti, poi, perché rese pubbliche. Perché questo genere di calcoli politici sono all’ordine del giorno, oltremanica così come a casa nostra. “L’ho bloccato usando i poteri di cui dispongo. – ha continuato Cable, sessantotto anni, – E si tratta di poteri legali. Non posso farne una questione politica, ma per la gente che sa cosa stia avvenendo questa è una alquanto importante. Tutto il suo impero in questo momento è sotto attacco. Per cui ci sono cose, che stando al governo…tutto quello che si può fare stando all’opposizione è protestare”. La notizia è rimbalzata in Gran Bretagna così come nel resto d’Europa ed è stata diffusa in anteprima dalla Bbc (informata da una gola profonda) e poi dallo stesso Telegraph, che in un primo momento aveva omesso la parte di conversazione che riguardava Murdoch, concentrandosi su altre questioni sollevate dal ministro. Il premier David Cameron ha deciso, allora, vista l’eco suscitata, di togliere a Cable la delega sull’acquisto di BSkyB da parte di News Corp., affidandola, invece, al Ministro della Cultura, Jeremy Hunt. Il gruppo guidato dal tycoon australiano, intanto, aveva reso noto a mezzo stampa la propria perplessità circa le dichiarazioni di Cable, che solleverebbero “gravi dubbi sull’imparzialità del governo”. Che, però, è conservatore, quindi tradizionalmente favorevole agli affari di Murdoch. (G.M. per NL)