“E’ un passo importante, ma non ci illudiamo che tutto vada come la stragrande maggioranza delle emittenti auspicano; ovvero che si ponga finalmente fine ad una delle più scandalose situazioni di conflitto d’interessi e di manovra del mercato della pubblicità esistente in Italia“, ha dichiarato Antonio Diomede, presidente delle Radiotelevisioni Europee Associate, unica associazione di categoria ad aver preso sostanziale posizione sulla questione segnalata per primo da questo periodico.
E, in effetti, non è tanto il merito dell’argomento ad aver generato i maggiori malumori tra gli editori medio-piccoli, quanto l’indifferenza o l’incapacità di gestire la questione da parte degli altri sindacati. In occasione del lancio di ieri della newsletter di questo periodico (che ha avuto il record storico di visite), abbiamo ricevuto decine di email, sostanzialmente del medesimo tenore, che manifestavano profondo disappunto per la modalità con cui le rappresentanze delegate avevano trattato (o meglio, non trattato) la vicenda.
Tornando invece sul caso che qui ci interessa, la REA ha fatto sapere di essere stata convocata dall’Autorità per le Comunicazioni presieduta da Corrado Calabrò per il 14 gennaio. “Saremo molto fermi nel sostenere che è oramai tempo che sia l’Autorità a svolgere le indagini per conto delle radio locali. Naturalmente ciò avrà un costo, ma le emittenti sono pronte a contribuire purchè si faccia piazza pulita”, ha dichiarato con determinazione Diomede. “E’ un atto di grande fiducia che le emittenti locali ripongono nell’Agcom che Calabrò non può tradire“. Per incentivare la propria protesta la REA ha predisposto una serie di spot sulla vicenda.