Franco Abruzzo.it
Commento di Alberto Spampinato
Roma, 10 ottobre 2008. «Misteriosa incursione a Caserta a casa di Rosaria Capacchione, la giornalista del Mattino sotto scorta dopo le minacce ricevute dalla camorra per i suoi articoli sul clan dei Casalesi». Lo fa sapere il quotidiano ‘Il Mattinò spiegando che «alcuni sconosciuti sono penetrati ieri nell’abitazione della cronista; è stata lei stessa a fare la scoperta nella tarda serata, di ritorno a casa dopo una giornata di lavoro». «È subito scattato l’allarme da parte dei poliziotti di scorta – sottolinea Il Mattino- che hanno avvertito i colleghi della questura che hanno avviato le indagini per far luce su quello che sembrerebbe un furto solo in parte consumato, ma la vicenda presenta molti lati oscuri». «Gli sconosciuti – prosegue – sarebbero penetrati nell’abitazione, un appartamento in un parco privato ad un piano alto, attraverso una finestra, il cui vetro è stato trovato rotto». «Hanno cercato nei locali, ignorando alcuni oggetti di valore, appropriandosi di una sola targa consegnata alla Capacchione in occasione di un recente premio giornalistico», precisa il quotidiano. «Alcuni documenti custoditi nell’abitazione – conclude – sono stati rovistati ma non sarebbero stati manomessi. A tarda ora l’inventario era ancora in corso». (Adnkronos)
Rosaria Capacchione: lo Stato vigilerà sulla sua serenità. Positiva risposta del Ministero dell’Interno alle sollecitazioni di Unci e Assostampa Napoletana.
Roma, 10 ottobre 2008. Lo Stato farà in modo che Rosaria Capacchione possa vivere e lavorare in tutta serenità. Lo ha detto stamane il Sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano al Presidente dell’Unione Nazionale Cronisti Italiani Guido Columba e dell’Associazione Napoletana della Stampa Enzo Colimoro. Il colloquio si è svolto al Quirinale, dove la giornalista del Mattino, nella cui abitazione ieri sera è stata compiuta una irruzione, avrebbe dovuto partecipare stamani alla Giornata dell’Informazione indetta dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Rispondendo alle sollecitazioni di Columba e Colimoro, il sottosegretario ha chiesto suggerimenti per rafforzare l’apparato di sicurezza già operante e per meglio garantire tranquillità e serenità a Rosaria, e ha garantito che il Ministero chiederà alle forze dell’ordine di accentuare la loro azione.
Columba e Colimoro hanno anche invitato Mantovano a partecipare alla manifestazione che nei prossimi giorni Fnsi e Associazione Napoletana, Unci nazionale e campano, e Ordine nazionale e della Campania terranno nella zona in cui, oltre a Rosaria Capacchione, molti cronisti sono sottoposti a minacce e intimidazioni mentre cercano di svolgere il loro diritto-dovere di cronaca per informare i cittadini.
Da Fnsi, Unci e Ordine dei giornalisti, solidarietà a Rosaria. Chiesto un incontro a Maroni.
Roma, 10 ottobre 2008. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, l’Assostampa Campania, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti, l’Ordine dei Giornalisti della Campania, l’Unione Nazionale Cronisti Italiani, l’Unione Cronisti della Campania esprimono «solidarietà e vicinanza alla collega de Il Mattino Rosaria Capacchione, già sotto scorta per le sue inchieste sulla criminalità casertana e sul clan dei Casalesi, e già più volte oggetto di minacce, addirittura in un’aula di giustizia». «Questa notte alcuni, per il momento anonimi, personaggi – continua il sindacato – si sono introdotti nell’abitazione della collega sottraendo la targa ricordo del premio giornalistico assegnato recentemente alla giornalista Capacchione. Il grave fatto è stato denunciato anche al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, durante l’intervento del Presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca nel corso della giornata dell’informazione svoltasi al Quirinale. Del fatto ne è stato informato anche il sottosegretario di Stato agli Interni On.le Alfredo Mantovano presente al Quirinale». Per questo gli enti di categoria chiedono con forza un «concreto ed efficace intervento da parte delle Istituzioni non solo teso alla tutela della collega, per la quale già si era reso necessario assegnarle un servizio di scorta, ma soprattutto al fine di poter garantire che i giornalisti impegnati in tutta Italia in zone ad alta densità criminale possano svolgere liberamente il proprio lavoro e compiere il proprio diritto-dovere di raccontare fatti e verità, anche quelle scomode. In un momento in cui la professione giornalistica resta sotto attacco da più parti, le strutture di governo della professione chiedono nuovamente al Ministro degli Interni, Roberto Maroni, un incontro urgente per rappresentare le preoccupazioni, le difficoltà e i disagi del mondo giornalistico». (ANSA).
Cosa diciamo adesso a Rosaria?
di Alberto Spampinato*
Una sera (ieri sera, ad esempio) torni a casa dal lavoro e trovi le tue cose sparse per terra, i cassetti rovistati.Controlli il cofanetto delle gioie. E’ sparita qualcosa, ma non gli oggetti di maggior valore. Strano. Corri alla scrivania e vedi che manca qualche foglio di appunti e una targa premio che ha solo un valore affettivo, simbolico. Ancora più strano. Eppure abiti un un appartamento non facile da derubare senza essere visti. E non si capisce come hanno fatto a entrare…
Chiunque di fronte a tutto questo si sente violato, ha l’impressione che la porta blindata sia diventata di burro, che i muri di casa siano inesistenti. Quello che provi è piu’ terribile, se ti chiami Rosaria Capacchione e sei la cronista del Mattino di Caserta, la “capa tosta” che fa le bucce ai casalesi, che nonostante si stata più volte minacciata ha continuato a farlo anche domenica scorsa per decifrare l’ultimo omicidio del clan: l’eliminazione dello zio del collaboratore di giustizia Luigi Diana. Se sei Ropsaria capisci che ti vogliono intimidire. Hanno voluto dirti che si fanno un baffo dei due agenti che ti scortano e di tutte le protezioni adottate. E allora con tutto il tuo coraggio provi paura, la paura dei coraggiosi, che non è codardia ma intelligenza dei fatti.
E noi altri, che facciamo? Magari mandiamo un telegramma di solidarietà. L’ennesimo. Sai che se ne fa Rosaria di un telegramma? Sei mesi fa ci siamo riempiti la bocca promettendo una “scorta mediatica” a Rosaria e a tutti i cronisti come lei che si ostinano a prendere il fuoco con le mani e grazie ai quali sappiamo quel che succede sui fronti più esposti alle minacce e alle recriminazioni. E’ bella l’idea della scorta mediatica, di una solidarietà collettiva, concreta, continuativa che con la forza dei numeri dica a quei bastardi: Rosaria non è sola, siamo tutti Rosaria. Che gridi, come fecero i ragazzi della Locride dopo l’assassinio di Fortugno: e ora ammazzateci tutti! L’idea è bellissima, ma non vale niente se non si realizza veramente.
*consigliere nazionale della Federazione nazionale della stampa
(da: http://www.articolo21.info:80/7489/notizia/cosa-diciamo-adesso-a-rosaria.html)