Il nuovo presidente delle reti satellitari della Rai lancia il suo nuovo prodotto: valorizzare al massimo prodotti qualitativamente inferiori.
Dopo cinque anni di inattività sul fronte del servizio pubblico, in seguito al pluricitato “editto bulgaro” (del quale, nonostante in pochi lo sappiano, anche lui fu vittima), Carlo Freccero è tornato pochi mesi fa a lavorare attivamente per la Rai, divenendo Presidente di RaiSat, vale a dire quei canali che attingono dai magazzini Rai e che vanno in onda sulla piattaforma satellitare di Sky e sul digitale terrestre. Lo scorso mese di febbraio, Freccero ha presentato i nuovi palinsesti delle reti da lui gestite, promettendo anche alcune novità per il prossimo futuro. Imperativo d’ordine: valorizzare al massimo un prodotto qualitativamente inferiore, dando ad ogni rete una precisa missione editoriale. “Sul satellite noi ricicliamo esclusivamente i programmi del magazzino Rai, che in quanto tali sono poco compatibili con la piattaforma Sky – afferma Freccero in un’intervista – In mancanza di un prodotto forte e autonomo il palinsesto può tornare utilissimo. Parlo del palinsesto verticale, cioè della disposizione dei prodotti per generi che crea in qualche modo una forma di serialità, per dare omogeneità e chiarezza all’offerta”. I canali di Raisat, infatti, avranno una precisa connotazione editoriale molto più che in passato: Premium, ad esempio, del racconto italiano in alternativa alla maggior parte delle reti Sky che sono internazionali; Extra, invece, fungerà da vetrina del servizio pubblico; e poi il canale di Cinema ed il rafforzamento dei canali per bambini YoYo e Smash. Ma come valorizzare un prodotto realizzato con materiale “usato”, attingendo da magazzini del passato piuttosto che creando nuovi format e modelli? “Si è trattato di creare sui diversi canali una serie di appuntamenti con cadenza settimanale che fidelizzano il pubblico di riferimento – sostiene il Presidente di Raisat – Un’operazione che mi ha consentito di valorizzare e dare riconoscibilità a un prodotto eterogeneo”. Pur senza metterci quel tocco d’innovazione sul piano del linguaggio, che certamente Carlo Freccero sarebbe stato in grado di dare al prodotto. Ma le novità non sono ancora finite: sono, infatti, stati annunciati ulteriori cambiamenti per la prossima estate. Staremo a vedere. E per finire, guardando al futuro, Freccero conclude: “Il ragionamento di fondo su cui impostare qualsiasi strategia per il futuro è che non contano più le audience di quantità ma un certo tipo di audience, e che anche la tivù generalista, come tutti gli altri mezzi, ha bisogno di avere un’audience meno passiva che vuole scegliere, consumare, fare interattività”. E per far questo, inevitabilmente, la tv pubblica dovrà confrontarsi con nuovi modelli, con maggiore volontà d’osare, uno sguardo in più alla qualità ed uno in meno alla politica. (G.M. per NL)