Differenziazione: è questa la parola d’ordine imposta dal direttore generale della Rai, Claudio Cappon (foto), in vista di una rivisitazione dell’offerta delle tre emittenti pubbliche. La logica della lottizzazione apparterrà definitivamente ad un passato che non influirà più sulle proposte della televisione pubblica, dice. Cambiano e si delineano perentoriamente le mission della corazzata mediatica statale nelle intenzioni della direzione: via ai marchi politici per poter navigare speditamente nel mercato della concorrenza televisiva con contenuti appositamente ritagliati sui gradimenti della audience di riferimento.
L’ammiraglia di viale Mazzini, Rai Uno, rimarrà legata a format tradizionali come la fiction, i grandi eventi, l’informazione quotidiana, l’approfondimento ed i talk show: insomma, un canale per la famiglia che prosegue nella sua cinquantennale tradizione di offrire grandi prime serate e salotti televisivi assolutamente “politically correct”. Spirito più bizzarro per la seconda rete, configurata in modo da intercettare le fasce più giovani e “fare da ponte tra l’offerta generalista e quella tematica aprendo la strada ad un’offerta integrata multipiattaforma, dal digitale all’ Iptv (per i non esperti di trasmissione televisiva, la tv trasmessa a banda larga attraverso i canali internet, ndr), al mobile”, commenta lo stesso Cappon, intervistato recentemente da Italia Oggi.
Dove, però, il piano editoriale della direzione generale vorrebbe un più deciso maquillage dei contenuti è in casa di Rai Tre. La rete che in questi anni ha più delle altre vestito gli abiti di vero servizio pubblico (si pensi all’informazione su scala regionale), vorrebbe continuare nell’intento di raccontare il territorio e la complessità sociale del nostro paese, tramutandosi, però, dalla mezzanotte in poi, in una vera e propria night line all news. Alla realizzazione di questo progetto contribuiranno le redazioni di Tg3 e Rai News 24, ma c’è di più nelle intenzioni del dg: staffetta informativa a parte, dovrebbe essere consentita la messa in onda dei programmi di prima e seconda serata senza interruzioni. Insomma, una vera e propria rivoluzione che affrancherebbe la terza rete dalle mefistofeliche tentazioni pubblicitarie che oramai dominano gli animi del servizio pubblico alla stregua della tv commerciale.
Nello specifico, per questa emittente, si vorrebbe consolidare la pagina regionale con una morning news di una trentina di minuti che sospenderà la trasmissione notturna aprendo la mattinata di Rai Tre. Non si escluse neanche la circostanza che questo peculiare spazio, in futuro, possa occupare fino a 60 minuti del palinsesto mattutino con specifici prodotti a diffusione regionale o macroregionale.
Tirando le fila, anche la Rai attinge dal serbatoio del marketing televisivo per allineare la sua offerta alle reali richieste della sua utenza, ma, volendone commentare i progetti editoriali, ci viene subito da sottolineare come, nonostante si paventino anche radicali innovazioni, nessuna parola venga spesa per proporre agli spettatori una dignitosa programmazione estiva. Se ne parla da anni, da più parti si evidenzia la necessità di mettere a punto un palinsesto per la calda stagione, certamente adeguato allo spirito vacanziero di questo periodo, ma che riesca a superare la logica dell’antologico e del replicante. Infondo, gioco forza, molti cittadini (soprattutto anziani), anche nella calda stagione, si dovranno affidare alla programmazione televisiva per risollevare le sorti di una calda giornata con un momento di svago. (Stefano Cionini per NL)