Enorme l’arretrato nella registrazione dei provvedimenti emessi dai Giudici
Gli uffici amministrativi dei Tribunali non riescono a seguire il lavoro svolto dai magistrati e, di conseguenza, a pochissimi giorni dall’inaugurazione dell’anno giudiziario – previsto per il prossimo 26 gennaio – non corrispondono gli atti registrati nelle Cancellerie con quelli effettivamente emessi dalle autorità giudiziarie. A Milano ad esempio, che rappresenta un caso limite, i giudici hanno diminuito a 23.000 i procedimenti a carico di persone note, ma, statisticamente, le tabelle ufficiali ne contano ancora 44.000 pendenti. Questa discordanza numerica (di cui ha dato conto il Corriere della Sera dei giorni scorsi) deriva dal fatto che 20.000 di detti procedimenti, benché conclusi, non sono stati ancora registrati dai cancellieri. Secondo il presidente della sezione Gip, Filippo Grisolia, la discordanza numerica tra provvedimenti emessi e registrati deriva dalla sofferenza delle cancellerie, che sono costrette ad accantonare le archiviazioni per concentrarsi sui fascicoli più urgenti, come quelli sui detenuti; infatti, se anni fa v’erano 22 cancellieri, oggi se ne contano solo 7. Pertanto, il fatto che l’arretrato sembri crescere – arrivando a 43.947 avverso i 28.738 di un anno fa – non contrasta, stando a quanto affermato da Filippo Grisolia, con “il rilevante aumento di produttività dei giudici”, ma dipende dal “depotenziamento dell’ufficio centrale che dall’inizio del 2006 non è stato in grado di tenere il passo con la registrazione dei provvedimenti di archiviazione già emessi, sicché allo stato può ritenersi, in base ad un calcolo grossolano, che circa 20.000 di questi provvedimenti siano in attesa di essere registrati, e quindi esauriti a tutti gli effetti”. Tuttavia, il paradosso starebbe proprio nel fatto che la giustizia stessa vive nell’ignoranza circa la produttività dei propri uffici giudiziari, in quanto, se conosce i procedimenti avviati, non è in grado di sapere quanti ne terminano i magistrati. Infine, un altro grosso problema dell’inefficienza delle cancellerie risiederebbe nell’inconsapevolezza in cui versano le persone indagate, le quali, nonostante prosciolte dai giudici, si trovano ancora formalmente indagate, fino a quando la loro archiviazione non viene registrata. (D.A. per NL)