Il Codacons rende noto che il 23/12/2008 “alcuni rappresentanti dell’associazione si sono recati presso la sede romana dell’Agcom, al fine di visionare gli atti del procedimento che si è concluso con la concessione di aumento del canone alla Telecom, ma sono rimasti a mani vuote. Il responsabile del procedimento ha rifiutato di far vedere tutte le note di valutazione dell’Autorità relative alla richiesta di aumento dell’operatore telefonico, unici documenti che potevano rendere trasparente il provvedimento e far capire in base a quali parametri l’Agcom abbia concesso l’incremento”. Ad avviso di Codacons, il comportamento del funzionario Agcom integrerebbe il reato di omissione di atti d’ufficio, sicché è intendimento della medesima presentare denuncia alla competente Procura della Repubblica.
Nel merito della vicenda, il Codacons rende noto che “Dall’esame della domanda presentata da Telecom si è rilevato, infatti, che l’unico fondamento della richiesta di aumento sarebbe stato l’incremento del tasso d’inflazione. L’Autorità per le comunicazioni, in sostanza, sembra aver considerato il gestore telefonico come un operaio costretto, a causa dell’inflazione, a spendere di più per l’alimentazione o l’abbigliamento, e non come una società che nel tempo ha diminuito i costi di produzione che, come noto, nel settore delle tlc sono gli unici a far segnare costantemente segno negativo”. “In una riunione dei vertici Telecom di qualche settimana fa avevamo chiesto di aprire un tavolo di confronto con i consumatori, per avere certezza che qualsiasi eventuale aumento del canone fosse destinato interamente ad aumentare la qualità del servizio. Così non è stato – afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi – e la Telecom si è intascata senza colpo ferire una somma enorme che finisce per rendere più difficile nel nostro paese il funzionamento del mercato concorrenziale. Proprio per questo chiederemo al Tar di annullare l’ingiusto incremento del canone’.