Ci scrive il sindacato autonoma Libersind a riguardo della polemica in corso sul pagamento del canone RAI.
"La RAI, in questa giovane democrazia, ha praticamente completato il grande lavoro di Garibaldi, ha unito gli italiani in un unico popolo con un’unica lingua. La RAI ha prodotto cultura e informazione formando i professionisti dell’intero panorama del piccolo schermo italiano. A differenza dei giornali, l’informazione RAI raggiunge il 100% degli italiani e, cosa piu’ importante, ha il Parlamento come editore. Questo e’ un lusso che noi italiani ci permettiamo proprio grazie al canone. Avere un giornale frutto del libero voto dei cittadini, dove sono presenti maggioranza ed opposizione e’ indubbiamente la massima conquista di una democrazia e va difesa ad oltranza. La RAI si regge a meta’ sul canone e meta’ sulla pubblicita’, in questo periodo di crisi molte aziende hanno limitato le inserzioni e dalla raccolta pubblicitaria ne sono gia’ saltate ben 117. Non ci permettiamo qui di fare analisi sociologiche da bar dello sport, ma e’ indubbio che quel poco di raccolta pubblicitaria che sopravvive alla crisi, si orienta verso luoghi di massima resa. Il telespettatore che approda in programmi altamente orientati politicamente, dove si fa campagna elettorale, non e’ sensibile al richiamo pubblicitario e quindi l’inserzionista si rivolge verso programmi il cui riscontro, in termini di acquisti del prodotto, e’ piu’ alto. Ecco perché il palinsesto non puo’ essere frutto di una sentenza ma di un analisi complessa che, oltre a tener conto della professionalità di un giornalista, deve traguardare la mission primaria dell’azienda di servizio pubblico che si regge sulla fidelizzazione dei telespettatori passando attraverso canone e pubblicità. Volendo poi entrare nello specifico, si precisa che questa Segreteria e’ contro ogni epurazione e si battera’ affinche’ programmi come Anno Zero continuino ad esistere in quanto e’ salva la democrazia visto che ad ogni sua bordata si rafforza il centrodestra".