L’arrivo del nuovo anno, ancora una volta, non ha per nulla diminuito il senso di incertezza e precarietà che nel nostro Paese governa, da sempre, la materia tributaria. Infatti, in attesa dell’emanazione del decreto ministeriale che attua le disposizioni dell’art.1, comma 133 della Finanziaria 2008 ( in tema di rimborsi del canone Rai), tutti gli aventi diritto dovranno pagare il Canone Rai per il nuovo anno. In verità, però, la norma prima ricordata prevede che i soggetti con età pari o superiore a 75 anni, con un reddito proprio e del coniuge non superiore a 516,46 euro per 13 mensilità, siano esonerati, per quest’anno, dal pagamento del canone di abbonamento alla radiotelevisione pubblica. Ma la Direzione generale abbonamenti di viale Mazzini, in una nota reperibile sul sito internet dell’azienda, si affretta a precisare che tale beneficio verrà erogato solo fino alla concorrenza massima di 500 mila euro, così come previsto dalla Finanziaria. Perciò, ed in modo analogo a quanto accade, in tema di ricorsi, contro l’Amministrazione Finanziaria, ove domina il principio del “solve e repete”(comincia a pagare e se dovuto ti verrà restituito), si potranno perciò, soltanto presentare, anche immediatamente e contestualmente al versamento, le eventuali domande di rimborso, in attesa di sapere se, e con quali criteri, le somme erogate saranno restituite. Né varrà, a questo riguardo, considerare decisivo il requisito temporale, dell’avvenuta presentazione della domanda: se non è stato neppure fissato un termine, non si può pensare di essere decaduti dall’esercizio di un diritto che ancora non si possiede e che, perciò, non è ancora possibile esercitare e tutelare pienamente. (Paolo Masneri per NL)