Sembra un fulmine a ciel sereno, sembra la fine di un’epoca, sembra la fine di un sogno. Skype, pioniere del sistema telefonico Voip (tramite pc) e paladino della comunicazione senza costi (in netta contrapposizione morale e sul piano del mercato con le grandi aziende della telefonia mobile), ha ceduto alle pressioni del mercato e si è adattato. La storia di Skype è nota: servizio nato da un’idea di due visionari scandinavi, Niklas Zennstrom e Janus Friis, nel giro di pochi mesi ha raggiunto una diffusione impressionante su scala planetaria, è divenuto il simbolo della battaglia contro lo strapotere delle grandi aziende, ha raggiunto l’impressionante cifra di 171 milioni di utenti, sono dati che parlano da soli. Poi l’acquisto da parte di eBay per 2,6 miliardi di dollari, e la fine del sogno. I due creatori che si piegano alle logiche del mercato, alle logiche di guadagno. La tariffazione iniziale consisteva in una cifra irrisoria da pagare per telefonate su telefoni cellulari e fissi di tutto il mondo e la totale gratuità del servizio tra pc Skype-Skype. Lo scorso 18 gennaio la società ha annunciato l’introduzione di un costo per lo scatto alla risposta (tranne che per le chiamate Skype-Skype, ma comunque prima del tutto inesistente), 4.5 centesimi di euro, non certo un’enormità, ma è il concetto del servizio che muta radicalmente. Come se non bastasse, poco dopo l’azienda ha annunciato che dal prossimo mese sarà introdotto anche un canone mensile (di soli 2,3 euro), irrisorio, straordinariamente più contenuto di qualsiasi altro operatore, ma che ha ulteriormente contribuito a svegliare gli utenti Skype dal sogno: il mercato è questo e ha le sue leggi, bisogna adattarcisi. Blog e forum di “affecionados” del servizio Voip, negli ultimi giorni, sono stati letteralmente invasi da manifestazioni di pacifica protesta nei confronti di queste due decisioni che lasciano presagire un lento ma inesorabile allineamento ai parametri degli operatori telefonici più agguerriti. Stefan Oberg, attuale general manager Telecoms di Skype, dice in proposito: “La nuova tariffa a canone fisso mensile e scatto alla risposta prevede chiamate illimitate a tutti i numeri nazionali. Quindi senza vincoli di tempo. A guadagnarci saranno gli utenti chiacchieroni, che di fatto potranno usare il computer o speciali telefoni Skype, in alternativa alle offerte dei tradizionali operatori telefonici”. Tariffe convenienti, certo, concorrenza sbaragliata e guadagni da capogiro per l’operatore. I proprietari di Skype non hanno capito, però, che i loro utenti si sentono traditi a livello ideologico prim’ancora che economico, è questa la questione. Nel frattempo, però, ci si può consolare con Jajah, nuovo operatore telefonico in Voip, totalmente gratuito (nei limiti di un “uso leale” da parte degli utenti, ossia un’ora al giorno di chiamate), nato da altri due giovani e visionari softwaristi austriaci, Daniel Mattes e Roman Scharf. Una soluzione molto, molto interessante, fino a quando, ovviamente, non sarà acquistata da qualche multinazionale. (Giuseppe Colucci per NL)