Ci scrive l’associazione di consumatori ADUC: "I programmi della Rai durante l’estate sono di una qualita’ pessima, talvolta si ha l’impressione che siano trasmessi solo per "occupare" la banda e giustificare la macchina mangiasoldi che gestisce il carrozzone dei partiti". "E il clima estivo non poteva venire meno anche per le proposte del viceministro alle Comunicazioni per combattere la cosiddetta evasione: Paolo Romani ha ritirato dal cassetto della soffitta quella dell’aggancio alle bollette elettriche. L’evasione -dice il nostro- si aggira sul 30%… percentuale ricavata da un presupposto opinabile, cioe’ che tutti gli italiani, per il fatto stesso di avere una residenza anagrafica, siano possessori di un apparecchio tv. A questo dato statistico che non e’ tale, la politica di "risanamento" dovrebbe fondasi sul fatto che, a chiunque non pagasse il canone, dovrebbe essere staccata la corrente: sarebbe il medesimo stile attuale "io Stato dico che tu hai la tv, spetta a te dimostrare che non e’ vero", cioe’ la presunzione di colpa, il perfetto contrario di cio’ che i codici stabiliscono in qualunque giudizio, la presunzione di innocenza. E siccome in materia le autorita’ "navigano a vista", nel proporre non si rendono neanche conto che dovrebbero fare accordi con circa 150 gestori del servizio elettrico che dovranno tenere la contabilita’ della Rai e far fronte ai vari contenziosi che dovessero sorgere. Alla faccia della liberalizzazione del servizio elettrico: libera impresa, ma te la faccio pagare col sangue! Comunque, siccome la mangiatoia della Rai riguarda governo ed opposizione, il nostro Romani fa sapere che della questione se ne dovra’ occupare il Parlamento, probabilmente non solo votando a raffica fiducie al Governo, ma discutendone. Memorizziamo questa affermazione e aspettiamo i fatti. Nel contempo, le millenovecentonovantanove proposte che potrebbero essere prese in considerazione per risparmiare, non vengono considerate, a partire dall’abolizione del canone, privatizzando la Rai (cosi’ come gia’ chiesto dagli italiani con un referendum). Poi ci sono le economie di bilancio, i cachet degli artisti e le collaborazioni esterne, la revisione del palinsesto per sembrare piu’ un servizio di Stato e non un concorrente di Mediaset, etc. Senza dimenticare la necessita’ di creare nei contribuenti certezza del diritto in materia e non procrastinare certezza del furto e della beffa: rispondendo cioe’ alle numerose interrogazioni che in materia sono state presentate dai senatori Donatella Poretti e Mario Perduca (Radicali – Pd), incentrate sugli sprechi del servizio pubblico e sulla definizione di chi e per cosa deve essere pagato il canone, oggi preteso anche per il pc in caso di utenti domestici, ma non per utenti business, anche se le leggi in merito -del 1938 quando la tv non esisteva- non dicono nulla in merito. "Carne al fuoco" ce ne sarebbe tanta, anche per confrontasi e capire, ma il viceministro preferisce in un assolato luglio tropicale, andare in sintonia col soggetto per cui pretende l’imposta: trasmissioni d’acqua per proposte d’acqua! Qui il settore specifico della Rai, con proposte, interrogazioni e petizione abolizionista: www.aduc.it/dyn/rai (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)"