C’è un aspetto oscuro dell’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il digitale terrestre: la destinazione dei canali dal 61 al 69 UHF.
Tali frequenze, come noto, dal 2015 (ma l’UE spera ben prima) serviranno al potenziamento della banda larga in mobilità da parte degli operatori telefonici le cui reti stanno collassando davanti all’incessante richiesta di banda per iPhone, iPad e dispositivi per il web mobile in generale. Tuttavia, i canali 61-69 UHF sono indispensabili per garantire la sopravvivenza digitale dell’esistente analogico, anche se c’è da azzardare che ben pochi operatori manifesteranno interesse per frequenze che dovranno essere abbandonate entro un lustro. Meglio portare a casa canali con una data di scadenza più in là, confidando nell’italica definitività del provvisorio, ragioneranno i più. Salvo che al discount delle frequenze – ancora affidato all’interinato del premier – non s’inventino un’offerta speciale per i canali in scadenza. Come, infatti, pare sarà.