Dal campionato di calcio 2010-2011 cambieranno le norme per la vendita dei diritti televisivi del calcio. .
Il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, che insieme al ministro dello Sport, Giovanna Melandri ha messo a punto la nuova normativa, ha sottolineato che le nuove regole hanno come obiettivo principale quello di aumentare la concorrenza anche in questo settore importante dell’emittenza, e dare certezze al mondo del calcio che ricava dai diritti tv gran parte delle proprie risorse.
Il decreto ribadisce la scelta, gia’ fatta nella legge delega di luglio, di reintrodurre la vendita ‘centralizzata’ dei diritti tv delle squadre di calcio. Ci sara’ una contitolarita’ dei diritti tra Lega calcio e le singole squadre, ma ad organizzare la vendita sara’ la prima, gestendo anche una ‘spartizione’ degli introiti in base a regole e al principio della ‘mutualita’.
La Lega dovra’ predisporre delle ‘linee guida’ per la commercializzazione dei diritti televisivi che dovranno recepire i principi contenuti nel decreto approvato oggi e saranno ‘approvate’ dall’Autorita’ per le Comunicazioni.
Tra i principi piu’ importanti dettati dalla nuova legge, c’e’ il divieto di acquisto di tutti i diritti tv sulle diverse piattaforme da parte di un solo operatore come avveniva, invece, finora, con divieto di sublicenze, cioe’ di rivendita. I diritti del calcio saranno venduti tramite “piu’ procedure competitive” divise per singole piattaforme, con la possibilita’, di fare ‘pacchetti’ che comprendano diversi media, che pero’ dovranno essere “equilibrati” .
L’obiettivo dichiarato da Gentiloni e’ quello di assicurare la presenza del maggior numero possibile di operatori del settore, evitando accaparramento dei diritti. I contratti avranno una durata massima di tre anni.
Il decreto prevede una tutela ‘rafforzata’ delle piattaforme tecnologiche ’emergenti’ sulle quali saranno trasmesse le immagini delle partite. Spettera’ all’ Autorita’ per le Comunicazioni individuare e certificare questi nuovi media, ma e’ chiaro che tv analogica, digitale terrestre e satellitare sono da annoverarsi tra le tecnologie ‘mature’, mentre l’Iptv, la tv su internet, o il Dvbh, quella sui telefonini, sono ancora in face di lancio e sviluppo e per loro varranno le regole ad hoc. Tra queste l’obbligo di fare gare per i diritti tv “per singola piattaforma” senza eccezioni, divieto di esclusiva, e cessione a “prezzi commisurati all’effettiva utilizzazione, da parte degli utenti di ciascuna piattaforma, dei prodotti audiovisivi”.
Come detto le nuove norme entreranno a regime con il campionato di calcio 2010-2011. La norma salva i contratti in essere stipulati entro il 31 maggio 2006, ma che comunque dovranno cessare i loro effetti a far data dal 30 giugno 2010. Un lasso di tempo che dovrebbe evitare ‘attriti’ con gli operatori tv che hanno in questo momento in mano i diritti delle squadre di calcio che potranno portare a termine i loro contratti.
Il decreto introduce anche novita’ sul cosiddetto diritto di cronaca: si tratta della possibilita’ per le emittenti (compresa la Rai) di documentare gli eventi sportivi piu’ importanti nei telegiornali, a prescindere dalla titolarita’ dei diritti su quegli eventi.
“I nuovi limiti – ha spiegato a Palazzo Chigi il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni – sono di 8 minuti a giornata di campionato (anticipi del giorno prima compresi) e 4 minuti al giorno e 3 minuti a singolo evento sportivo. Si tratta di un po’ di piu’ di quello che e’ già in vigore”. Inoltre il diritto di cronaca scatta “decorso un breve lasso di tempo dalla conclusione dell’evento, comunque non inferiore alle tre ore e fino alle 48 ore successive” anche se sara’ l’Agcom a definire nei particolari la tempistica.