È stato presentato lo scorso 15 luglio al Procuratore Generale della Repubblica di Napoli Vincenzo Galgano un esposto nel quale si rappresenta il grave allarme sociale suscitato dalla situazione delle frequenze radiotelevisive in Campania.
Nel corso di un incontro svoltosi presso la Procura Generale di Napoli, i giornalisti Ermanno Corsi, consigliere dell’Ordine, e Rita Pennarola, condirettore del mensile ‘La Voce delle Voci’, hanno consegnato al procuratore generale Vincenzo Galgano un dettagliato esposto nel quale si documenta l’allarmante situazione relativa alla gestione dell’emittenza radiotelevisiva in Campania, così come è stata documentata da due lunghe inchieste giornalistiche pubblicate sul settimanale ‘Left’ e sul mensile ‘La Voce delle Voci’, edizione nazionale de ‘La Voce della Campania’.
Nell’esposto, in particolare, vengono ricordate le attività tipiche del contesto camorristico che condizionerebbero l’intero settore, le puntuali denunce rese da alcuni imprenditori televisivi, gli atteggiamenti di stampo intimidatorio di cui sono stati vittima gli autori delle denunce. La pericolosità di tale situazione – è stato ricordato dai giornalisti nel corso dell’incontro, che peraltro fa seguito alla conferenza stampa dello scorso 20 giugno promossa dalle due testate – è da ricondursi in primo luogo alla indiscriminata emissione di segnali ad altissima frequenza, ben oltre i limiti imposti dalla legge, con gravi pericoli per la salute degli abitanti nelle zone circostanti le postazioni. A ciò si aggiunge il controllo di una vasta parte dell’informazione locale, che in taluni casi sarebbe resa da Tv e Radio riconducibili a personaggi collegati ai clan. Senza contare i milioni di euro di indebito arricchimento derivante da compravendite illegittime di canali Tv e dalle ingenti provvidenze pubbliche in tal modo fraudolentemente percepite.
Il Procuratore Generale Galgano, mostrando vivo interesse, ha chiesto ai giornalisti ulteriori dettagli. Dopo aver disposto il protocollo dell’esposto, ha assicurato che sull’approfondimento di tali argomenti non mancherà di certo l’azione incisiva della Procura partenopea, nella quale i giornalisti Corsi e Pennarola hanno espresso piena fiducia.