Il diniego UE al regolamento di Paolo Romani sul beauty contest era prevedibile. E, secondo i maligni, era in effetti stato previsto.
Sta di fatto che ora la bozza dovrà essere riscritta, tenendo ben presente le (ennesime) indicazioni dell’UE, che, se vuol ben pensare, ci considererà dei tonti, visto che non riusciamo mai a capire la lezione, nonostante le sanzioni. A quel che si dice, al commissario UE alla Concorrenza non piacerebbe, in particolare, che le frequenze del dividendo interno non siano tra loro equivalenti e che alcune di essere, le migliori, siano già presidiate (formalmente per attività di test HD) da coloro che concorreranno per riceverne l’assegnazione (gratuita). Così si va avanti nell’interinato, consolidando le posizioni dei superplayer nel DTT e aumentando la distanza che i competitor dovranno percorrere quando, superate le forche caudine, potranno fare ingresso nel controverso e stagnante etere televisivo terrestre italiano.