Cambiamenti nella concessionaria rtv pubblica: approvato il progetto di fusione di RAI con RAI Trade

Lo scorso 20 ottobre è stato approvato, su proposta del direttore generale Mauro Masi, il progetto di fusione tra Rai Trade e Rai s.p.a.

Questa operazione di finanza straordinaria, già oggetto di dibattito nella seduta del consiglio di amministrazione avvenuta il 28 luglio scorso, rientra tra i punti oggetto del Piano Industriale 2010/2012 il quale ha ricevuto nell’adunanza del 20 maggio scorso il voto favorevole di otto amministratori e un solo astenuto. Il piano si ripropone, tra gli altri, l’obiettivo di revisionare gli assetti societari attraverso una “ valutazione della collocazione di Rai Net e Trade…” nonché della società di distribuzione 01 in Rai cinema. Tuttavia dalla seduta del Cda Rai dei giorni scorsi non è emerso nulla riguardo l’approvazione di un progetto di fusione della stessa anche con la società responsabile della gestione dei progetti Web. Altro punto cruciale che desta non poche preoccupazioni è quello relativo ai conti Rai: il piano, infatti, conferma l’intenzione di raggiungere il pareggio dei conti entro la fine del 2012. Nonostante la raccolta pubblicitaria sia in crescita rispetto al precedente anno – come confermato dall’amministratore delegato di Sipra intervenuto alla seduta del 20 ottobre sopra menzionata – il buon esito dell’obiettivo prefissato dal Piano Industriale potrebbe essere a rischio. Il deficit di 116 milioni di euro previsto per l’anno corrente, difatti, potrebbe addirittura crescere di 120 o 130 mila euro anziché diminuire. Le difficoltà del gruppo derivano non tanto dai risultati relativi agli ascolti – che si aggirano, nei primi dieci mesi del 2010, sui 44 punti percentuali di share rispetto al 38% di Mediaset e 8 di Sky – quanto piuttosto dal grave colpo inferto alla raccolta pubblicitaria che stenta a crescere assestandosi su un +4 punti percentuali rispetto agli 8 realizzati da Publitalia (gruppo Mediaset). Inoltre, se si confrontano i risultati di ottobre 2009 si nota come nel 2010 vi sia stato addirittura un calo dei ricavi pubblicitari. (M.C. per NL)

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