«Allo Stato la riduzione dei costi è praticamente terminata, e gli incentivi all’esodo lo stesso: la fase di ristrutturazione è praticamente terminata».
Il presidente di Caltagirone Editore, Francesco Gaetano Caltagirone, lo ha indicato all’assemblea degli azionisti che ha approvato il bilancio 2010 chiuso, a livello di gruppo, con un risultato positivo pari a 6 milioni di euro. Tesa comunque ancora la crisi del settore con il mercato della pubblicità che a inizio 2011 ancora non dà segnali di ripresa: «I primi tre mesi non sono assolutamente positivi». Francesco Gaetano Caltagirone ha commentato i risultati dell’esercizio 2010 spiegando agli azionisti che «in una situazione di gravissima crisi, come è quella dell’editoria adesso, soprattutto perchè i proventi pubblicitari non riprendono, con un andamento che non solo non recupera ma in alcuni casi flette, l’azienda ha fatto il massimo che si poteva fare tagliando i costi». L’assemblea degli azionisti di Caltagirone Editore ha anche dato il via libera alla distribuzione di un dividendo da 0,05 euro per azione, con stacco cedola il 23 maggio e pagamento il 26. Il 2010, ha indicato agli azionisti Francesco Gaetano Caltagirone, è stato «un esercizio di contenimento delle spese e di adeguamento ad una realtà che sta cambiando». Sul fronte della vendita dei quotidiani (la società è editore di Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, ed dei quotidiani locali Il Corriere Adriatico ed Il Nuovo Quotidiano di Puglia) «il gruppo si è difeso meglio di altri, con una perdita contenuta dovuta anche al fatto che non è stato aumentato il prezzo». Eventuali aumenti, «li decideremo con prudenza», ha spiegato il presidente, sottolineando che va considerato che «altri che hanno aumentato» il prezzo dei quotidiani in edicola «hanno anche perso lettori». Sul fronte della pubblicità «bisogna fare i conti con un mercato che è cambiato», ed il gruppo «lo ha fatto riducendo i costi». Caltagirone Editore mantiene, oltre a presidi solidi in Puglia e Veneto, una «quota di mercato assolutamente straordinaria» nel centro Italia, è «la nostra forza», sottolinea Francesco Gaetano Caltagirone parlando ai soci: è l’area che comprende Lazio, Marche, Umbria, Molise e Campania, la quota di presenza sul mercato è al 60,7%. Soffre ancora la free-press, settore nel quale il gruppo e presente con Leggo: «Con la crisi della pubblicità è un momento difficile per la stampa gratuita che non avendo ricavi da vendite ne soffre di più». Esclusa la tv, in un mercato che cambia il gruppo punta ad avere presidi «in tutti i bacini della comunicazione, ad occuparli» per «intercettare gli spostamenti» di lettori e investimenti pubblicitari. È confermato «uno sforzo su internet» e, aggiunge Caltagirone rispondendo ad una domanda degli azionisti, «concordo di puntare sui giovani» per la messa a punto di nuovi prodotti. «Sono lontani i tempi in cui i giornali erano colmi di pubblicità e dovevamo anche rifiutarla», ricorda ancora il presidente del gruppo: la crisi «strutturale» di grandi investitori pubblicitari, come lo è stato il settore dell’auto, spinge a guardare ad altre aree. Caltagirone Editore, tra l’altro, anche con inserti tematici «sta cercando di entrare nel settore della moda, che è in espansione», e guarda a quello «della Sanità che in futuro può dare soddisfazione». (ANSA)