Il 6 maggio di 10 anni fa un signore in scarpe da ginnastica, t-shirt nera e jeans saliva su un palco per presentare un nuovo computer desktop rivolto alla fascia consumer: era Steve Jobs e l’apparecchio si chiamava iMac G3 (Jobs rimase poi sempre vestito in quel modo; lo certificano le foto in rete). Jobs era appena rientrato in Apple dopo un anno di allentamento forzato e, quel giorno, è iniziata l’era del culto della bellezza dei computer, del design e dei keynote. A distanza di 10 anni l’iMac si rinnova, continua a piacere ai vecchi utenti e ne conquista sempre di nuovi. Quello che Steve Jobs aveva presentato e che venne messo in commercio nell’agosto del 1998, era un computer tutto integrato nello schermo che vantava caratteristiche d’avanguardia come l’integrazione del modem, della connettività Ethernet e la porta Usb. Si trattava di una macchina orientata alla connessione ed è proprio la “i”, posta davanti al nome Mac, a rappresentare internet, ma anche la centralità che l’individuo ha per Apple e l’attenzione che l’azienda gli dedica. Il claim scelto da inserire sui manifesti pubblicitari per il lancio del primo iMac fu «Spiacenti, niente beige.». La macchina era infatti colorata di i bianco e blu, e dava un taglio netto alla tradizione che distingueva i Pc domestici come ingombranti scatole tinta unita beige o in metallo color grigio. Il costo dei prodotti della Mela morsicata erano un po’ più alti rispetto a quelli delle altre case di produzione e ancora non si parlava di inter-operabilità con Windows. Malgrado questo, o forse grazie a ciò, i consumatori acquistavano Apple identificandosi in una nicchia compatta che basava la propria forza su valori condivisi forse proprio per l’opposizione al monopolio di Bill Gates. Scegliere Apple non significava solo prediligere un sistema operativo piuttosto che un altro. Significava condividere ideali e caratteri e, a dimostrazione di ciò, nel 1997 venne lanciata la campagna pubblicitaria Think Different. Nell’anno in cui Jobs passò lontano dalla dirigenza di Cupertino, Apple ha forse vissuto il suo periodo più difficile e pareva che nessuno potesse risollevare l’azienda dalla crisi. Il miracolo compiuto da Steve Jobs con l’iMac è stato solo il primo e risolutivo passo per la nuova società. Ogni dettaglio di Apple è stato rivisto. Persino il logo che ancora oggi identifica l’approccio minimalista dell’azienda. Jobs però non ha agito da solo poiché, come riporta il sito www.visionpost.it, un ruolo essenziale è stato quello del designer inglese Jonathan Ive “che a partire dal primo iMac ha dato forma a tutti i prodotti ideati da Steve Jobs – compreso l’iPod – trasformando la percezione dell’elettronica di consumo in una forma d’arte e di design”. (Silvia Bianchi per NL)