Nulla sarà più come prima dopo il Coronavirus. Nemmeno il broadcast?
Ormai è un mantra in tutti i settori: il Covid-19 cambierà il mondo per sempre.
Ma sarà veramente così? E lo sarà per tutti i settori?
Abbiamo quindi posto due semplici domande a caldo (cioè nel pieno dell’emergenza) a tre player rappresentativi del broadcast italiano: un produttore di antenne (Aldena), uno di trasmettitori (Elenos/Itelco) e un tower player (l’associazione di gestori indipendenti di torri APpICE).
Le domande poste a tutti sono state le seguenti:
1) Pensate che il Covid-19 cambierà anche il mondo radio-tv?
2) Avete intenzione di adeguare il vostro modello di business?
Aldena: non cambiamo, rafforziamo
“Non credo che sia corretto usare il termine “cambiare”, sono più propenso ad usare il termine rafforzare. In questo momento penso che le persone stiano usufruendo maggiormente del servizio Radio e TV”, risponde Roberto Di Bari della Aldena.
“Se guardo la quotidianità della mia famiglia, abbiamo un televisore costantemente sintonizzato sui canali che diffondono le notizie, e lo stesso dicasi per la radio.
Oggi ruoli invertiti tra giovani ed adulti, ma dopo il Covid-19 ognuno ritornerà alle proprie abitudini di fruizione
I miei figli seguono con più attenzione le notizie diffuse diminuendo l’utilizzo dei servizi via streaming, ma sono convinto che nel medio/lungo periodo, quando il problema Covid-19 si sarà risolto, le persone ritorneranno a fruire del servizio radio-TV come un tempo, così come i miei figli faranno con lo streaming anziché radio-TV.”
Visione a lungo periodo: nuove opportunità
Relativamente al modello di business, Di Bari esclude cambiamenti: “Non bisogna prendere decisioni avventate dettate dalla situazione del momento, anche quando questo risulta drammatico come quello che stiamo vivendo, come azienda dobbiamo avere una visione di più lungo periodo, avendo la consapevolezza che domani il mercato ci proporrà nuove opportunità e sfide nelle quali noi vogliamo e dobbiamo essere protagonisti”.
Busi: serviranno adeguamenti
Più lapidario Leonardo Busi di Elenos e Itelco che pensa che il Covid-19 renderà “il sistema radio-tv più debole” e che “saranno necessari adeguamenti”.
Troppo presto per ipotizzare cosa cambierà. Ma cambierà
“Per quanto vicini agli editori radiotelevisivi – buona parte di queste aziende curano anche la manutenzione degli impianti trasmittenti – credo sia troppo presto oggi per noi ipotizzare cosa cambierà”, è invece il commento di Paolo Proni di, APpICE, Associazione Piccoli Proprietari Infrastrutture Comunicazione Elettronica, che riunisce circa 50 Tower Company, distribuite sul tutto il territorio italiano, che hanno avuto ed hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo del settore delle telecomunicazioni in Italia.
Aumenterà richiesta di connettività e quindi di low tower
“Sicuramente le infrastrutture diventeranno sempre più importanti soprattutto in virtù del fatto che aumenterà la richiesta di connettività e, parallelamente, aumenteranno le esigenze dei nostri clienti in termini di fornitura di ospitalità e manutenzione”, continua Proni, che appare più possibilista degli altri due intervistati a riguardo del cambiamento del modello di business.
“La differente modalità di lavoro di questi giorni, più in generale il tema dello “smart-working” o comunque della gestione dei siti da remoto, implica necessariamente una maggiore attenzione al superamento del Digital Divide in Italia.
La richiesta di connessioni che permettano attività di lavoro a distanza sarà sempre maggiore (in termini di capacità) e più capillare (in termini di copertura) sul territorio.
Come Operatori di Infrastrutture sicuramente dovremo essere pronti a seguire lo sviluppo dei nostri clienti promuovendo una mappatura più efficace delle infrastrutture disponibili anche utilizzando il SINFI (Sistema Governativo delle Infrastrutture di Comunicazione) oggi poco diffuso tra gli operatori di rete.
Burocrazia down
Occorrerà poi spingere per una semplificazione amministrativa delle procedure autorizzative per l’installazione di antenne sulle strutture esistenti, evitando il proliferare di strutture ove ce ne siano già presenti ed utilizzabili, mediante una maggiore collaborazione tra i player del settore per lo sfruttamento delle reciproche infrastrutture.
Max interattività nella filiera
Infine, sarà opportuno velocizzare l’interazione tra l’operatore ed il proprietario di infrastruttura anche mediante l’utilizzo di tool/software di digitalizzazione delle infrastrutture, in modo da rendere più veloce l’implementazione di antenne per seguire esigenze urgenti di connettività dei clienti finali (in questo senso sarebbe auspicabile anche la revisione della normativa statica delle torri adottandone una ad hoc più “adeguata” alle infrastrutture di telecomunicazioni)”, conclude Proni. (M.L. per NL)