Bollette gonfiate: TAR Lazio sospende l’entrata in vigore di un pasticciato blocco delle numerazioni a sovrapprezzo

Altroconsumo: è class action contro Telecom italia. Ma il problema è che non si regola il settore sull’onda dell’emotività


Succede sempre così, quando si eccede. Da una parte e dell’altra. Prima alcuni operatori che, con estrema disinvoltura, hanno abusato delle opportunità di facili guadagni offerti da servizi telefonici a valore aggiunto, a danno ovviamente degli utenti. Poi le emittenti locali o le nazionali minori che, talvolta per ingordigia di inserzioni pubblicitarie e tali altre per questioni di sopravvivenza, hanno accolto sui propri teleschermi sovraimpressioni di numerazioni truffaldine. Poi, come sempre accade, il regolatore (Agcom) che, dopo lunga sonnolenza, sull’onda dell’emotività ha ecceduto con la repressione, a danno ovviamente degli operatori telefonici e telematici seri. Così, questa volta, nel sacco l’hanno presa le associazioni dei consumatori, che si sono viste soffiare sotto il naso i risultati (eccessivi pure quelli) conseguiti con veementi proteste. Come? Attraverso la sospensione da parte del TAR Lazio di un provvedimento mal concepito e mal partorito dall’Autorità per la garanzie nelle comunicazioni. Si legge nella motivazione dell’ordinanza cautelare del TAR Lazio: “A una sommaria delibazione, propria della fase cautelare, la delicatezza delle questioni dedotte ne impone un approfondimento in sede di cognizione di merito, dovendosi, medio tempore, ricorrendo il presupposto del pregiudizio grave e irreparabile, anche in ragione dell’inadeguata informazione agli utenti sull’operatività del meccanismo del silenzio-assenso, sospendere la impugnata delibera n. 97/08/CONS nella parte in cui prevede l’attivazione del blocco automatico delle numerazioni per servizi a sovrapprezzo nei confronti degli abbonati che non abbiano manifestato una diversa scelta entro il 31 maggio 2008”. Est modus in rebus: le regole si dettano, in democrazia, concertando le contrapposte esigenze. Altroconsumo, intervenuta in giudizio davanti al giudice amministrativo del Lazio a supporto dell’Agcom si dichiara “ovviamente non soddisfatta della decisione presa dal TAR di accogliere i ricorsi presentati da alcuni operatori di settore di sospendere la delibera dell’Autorità che prevedeva l’entrata in vigore il 30 giugno del blocco automatico delle chiamate da fisso verso tutte le numerazioni a sovrapprezzo”. “Quella del TAR è un’infausta decisione, serviva uno stop netto e definitivo alle bollette telefoniche gonfiate da servizi non richiesti”, commenta Paolo Martinello, presidente dell’associazione indipendente di consumatori, “lo testimoniano le migliaia di segnalazioni di truffe guinte al nostro servizio di consulenza”. E allora? Ciò non giustifica l’eccesso contrario, cioè un blocco indiscriminato che taglia le gambe anche agli operatori seri ed agli editori che dalla pubblicità di tali servizi traggono legittimo sostentamento. Per l’associazione di utenti Aduc, “gli utenti continueranno a subire e il caos continuerà. Il problema dei numeri truffa, dai 144 degli anni ’90 fino agli attuali 899 è, come i rifiuti di Napoli, l’emblema dello sfascio in cui versa il sistema Italia“. Fa eco il Movimento difesa cittadini che, piccato, censura la decisione dei giudici amministrativi definendola “una resa alle lobbies telefoniche che favorisce le truffe a danno dei consumatori“. Secondo l’associazione Adoc sospendere la delibera dell’Autorità per le tlc “è una decisione gravissima e grave è stato anche il ricorso al Tar da parte degli operatori dei servizi”. Il presidente di Adoc Carlo Pileri ha chiesto che l’udienza fissata dal TAR per il 13 novembre “venga anticipata e, ai gestori responsabili, un incontro urgente con le Associazioni dei consumatori per individuare una soluzione concordata sul blocco automatico di tali numerazioni”. Altroconsumo, invece, “non si ritiene soddisfatta: occorre che i consumatori siano risarciti di quanto è stato loro indebitamente richiesto per le bollette gonfiate da servizi non voluti che hanno dovuto pagare: per troppo tempo è stata fatta cassa sulla pelle e il portafogli degli utenti”. Giusto. Fino a un certo punto, però. Sacrosanto chiedere lo storno di addebiti per servizi non voluti. Ma ingiusto è anche, come detto, ribaltare la procedura abilitativa o selettiva nei confronti di servizi richiesti e leciti. Comunque sia, il 30 giugno l’associazione indipendente di consumatori notificherà l’atto introduttivo della class action contro Telecom Italia a tutela degli interessi di tutti coloro che hanno ricevuto negli ultimi anni una bolletta gonfiata, “salvo che il Governo non intervenga per decreto posticipando l’entrata in vigore della norma istitutiva della class action, disattendendo quindi le aspettative e gli interessi dei consumatori”, comunicano minacciosi quelli di Altroconsumo. Agcom, invece, ha fatto sapere che sono in corso valutazioni sull’ordinanza giudiziale “sia ai fini della presentazione dell’appello al Consiglio di Stato” sia per “tutelare senza dilazioni le famiglie dal rischio di una spesa telefonica fuori controllo“. L’Autorità in una nota ha ricordato che, “comunque, la parte della deliberazione che riguarda l’attivazione su richiesta degli utenti del blocco permanente gratuito non è stata sospesa”. Quindi, ricorda Agcom, “tutti gli utenti possono in ogni momento richiedere al proprio operatore telefonico il blocco gratuito“. E allora non era meglio, piuttosto che partire in quarta con un provvedimento palesemente afflitto da (quantomeno) vizi di legittimità per un coacervo di figure sintomatiche di eccesso di potere, destinare tempo e risorse per informare in maniera più chiara i cittadini-utenti attraverso una campagna di profonda sensibilizzazione sociale e tecnica sulla materia?

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