E’ la tv dei ragazzi quella che, in ambito satellitare e digitale terrestre, risulta tra le più performanti. Con una programmazione rivolta ad utenti di età compresa tra i quattro ed i quattordici anni, il canale Boing ha fatto registrare, negli ultimi tempi, un vero e proprio exploit. Configurato da Mediaset in joint venture con Turner Broadcasting System (società facente capo a Time Warner), nella semestrale del gruppo di Cologno Monzese, è cresciuto del 18% sui 4,5 milioni di euro di pubblicità raccolti nel 2006. Per quanto riguarda gli ascolti (secondo l’Auditel sono 15.000 il numero di bambini nel minuto medio, con uno share del 2,4%) si colloca secondo solo a Disney Channel, nonostante conti su di un bacino d’utenza pari a 1,4 milioni di bambini, contro gli 1,6 milioni del colosso americano concorrente.
Le ragioni di questo successo, secondo l’analisi Starcom “Scenario Tv bambini”, aggiornata a settembre 2007, vanno rintracciate, oltre che nella gratuità della fruizione, anche in motivazioni riflesse rispetto a ciò che propone il tradizionale panorama televisivo nazionale . Il pubblico dei più giovani sposta l’attenzione dalla tv generalista, per loro sempre più avara di contenuti, a quella satellitare o digitale che ha dato vita ad un vero e proprio business con gli junior e per gli junior.
Dati alla mano, rispetto al 2000, Raiuno, Canale 5 e La 7 hanno ad oggi considerevolmente ridotto, nei loro rispettivi palinsesti, gli appuntamenti dedicati al pubblico in tenera età. Per tutti, Italia 1, nel fine settimana e Raidue nell’arco di tutti e sette i giorni di messa in onda, hanno eroso la quota giornaliera, rispettivamente, del 17% l’una e del 5% l’altra; unica voce fuori del coro Raitre, con un cospicuo 9% giornaliero di programmazione dedicata ai più piccoli, collocata nel fine settimana.
La disattenzione della tv di Stato e di quella commerciale per questa fetta di pubblico, ha fatto la fortuna di alcuni canali codificati che, invece, per l’intera giornata e 24 ore su 24, trasmettono cartoni animati e documentari realizzati per il pubblico dei più giovani. Oltretutto, questi broadcaster riscuotono la fiducia dei genitori che, lasciando sempre più spesso i figli soli davanti alla televisione, sono rassicurati dalla ragionevole certezza che in questi ambiti non potranno essere offerti contenuti inadatti all’acerba utenza.
Uno scenario del genere incoraggia iniziative come quella di K2, network della Jetix Europe, costituito da una syndication di 17 emittenti locali “top” che, in due momenti della giornata (mattino e pomeriggio), trasmettono a reti unificate programmi per ragazzi. Questo canale, sui bambini da otto a quattordici anni, nella fascia pomeridiana che va dalle 17.00 alla 19.00, supera abbondantemente Raidue ed erode contatti ad Italia 1. Tra le 18.30 e le 19.00 è stato addirittura raggiunto l’11% di share sul digitale terrestre. Diverso il discorso per quanto concerne la performance mattutina del gruppo, schiacciato dalla forte concorrenza editoriale delle due emittenti nazionali.
Concludendo, anche i più piccoli dovranno essere preparati allo switch-over e non si può certo dire che le operazioni commerciali dei canali non analogici non siano sempre più mirate a far prendere confidenza ai più giovani con il telecomando delle nuove piattaforme televisive. Speriamo solo che, per il futuro, si mantenga questo trend di sostanziale gratuità dell’offerta (quanto meno si mantenga una buona offerta gratuita in termini qualitativi) rivolta ai ragazzi e che l’euforia di questi giorni non sia solo una colossale operazione pubblicitaria. Ce lo auguriamo, nella speranza di non dover far appostare, per il futuro, nei già dissestati bilanci delle famiglie, la voce relativa all’esborso da destinare alla baby-sitter telematica. Pur rimanendo convinti, in ogni caso, che un bambino non sarà mai adeguatamente educato se si ripongono troppe aspettative nella parabola o nel decoder. (Stefano Cionini per NL)