Il 3 dicembre Roma ha ricordato Enzo Biagi (foto), ad un mese dalla sua scomparsa. Alla presenza di un gran numero di autorità, colleghi ed amici del popolare giornalista, la serata, organizzata da Articolo 21 al Teatro Quirino, è stata l’occasione per assegnargli l’ultimo premio di un’onorata carriera. Una Cenerentola disincantata in tre atti, scritta da Biagi nel 1949, ritrovata negli archivi Siae, è stato il pretesto per riunire, al fianco delle figlie, Bice e Carla, commosse, un gran numero di personaggi che hanno collaborato, o anche solo ammirato, Biagi quand’era in vita. Prodi, che lo ha definito “un simbolo di libertà, che ha anche pagato per questo”, il ministro Gentiloni, che ha colto la palla al balzo per parlare della riforma della Rai, ma anche Sergio Zavoli (che ha ricordato un aneddoto simpaticissimo sulla gioventù vissuta accanto a Biagi), il ministro Mussi, l’onnipresente Veltroni, Santoro, Luttazzi, Guzzanti, nessuno è voluto mancare a questa commemorazione.
Un’immagine di Biagi, con le braccia conserte, su uno schermo enorme, raccontava la sua vita. E riviveva un episodio: quando, cioè, in visita alla tomba del compianto amico Montanelli, gli disse: “Tu dicevi che certi personaggi dovevamo provarli. Forse abbiamo sbagliato le dosi”. Aveva ragione. (Giuseppe Colucci per NL)