(Millecanali.it) – Ma poiché l’unica cosa che interessa veramente al gruppo nei media è l’IPTV, in un futuro anche non lontano le cose potrebbero cambiare…
A Roma si è celebrata in questi giorni la quarta Conferenza Nazionale sul digitale terrestre organizzata da DGTVi. Non ce ne siamo occupati in questa sede delle news del sito di Millecanali (anche se i nostri inviati hanno seguito attentamente tutti i lavori, beninteso, come doveroso) perché francamente, al di là di tanta celebrazione delle glorie della DTT, le novità comunicate sono state veramente poche, a meno che non si consideri tale l’annuncio ufficiale di Tivù e Tivù Sat (cose già note da tempo anche ai nostri lettori) e qualche ‘aggiustamento’ ulteriore nei calendari di switch over e switch off del 2009, oppure la presentazione di Alphabet e K-2 (due canali del famoso “40%” riservato).
Fra le (non molte, purtroppo) cose veramente interessanti, alcune dichiarazioni di Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia sull’eventuale cessione di La7. Bernabè ha definito l’emittente «un patrimonio di competenze e di esperienze che ci consente di dialogare con gli altri broadcaster». «La7 – ha aggiunto – è uno strumento utile, che ci dá valore aggiunto e che intendiamo mantenere».
Ma per quanto tempo? In realtà, Bernabè ha chiarito che il suo gruppo «non ha la vocazione a fare il broadcaster. Noi vogliamo essere grandi fornitori di piattaforme tecnologiche e quindi di Iptv (il sistema di trasmissione di contenuti audio-video attraverso la rete), che è il futuro della Televisione».
Oggi l’Iptv «è disponibile per 6 milioni di persone. Nel nostro piano metteremo a disposizione la banda larga e ultralarga ad una quota crescente di pubblico: quindi mi attendo un rapporto con i broadcasters che consenta di concepire questa piattaforma non come alternativa ma che integri le altre, perché consente di fornire una serie di servizi molto più ricca di quella del digitale terrestre».
Quindi è la tecnologia il futuro di Telecom Italia: gestire La7 «è una cosa – ha ribadito Bernabè – per cui non abbiamo vocazione, come non abbiamo vocazione per fare il terzo polo televisivo». Insomma, oggi la cessione no, domani probabilmente sì.