Stamattina sul quotidiano “Repubblica” è apparsa una notizia che, se confermata, rischia di spostare nettamente l’asse dell’equilibrio politico nel nostro Paese. Silvio Berlusconi (foto) sarebbe indagato dalla Procura di Napoli per corruzione nei confronti del presidente di RaiFiction, Agostino Saccà, istigazione alla corruzione del senatore ulivista Nino Randazzo, eletto in Australia dagli italiani all’estero, e di altri senatori “in altri episodi non ancora identificati”. La notizia, rimbalzata dalle pagine del quotidiano romano, non è stata (per ora) smentita dalla Procura napoletana, cosa che potrebbe lasciar presagire che non sia destituita di fondamento.
Secondo le indiscrezioni riportate dal giornale (a quanto pare a Berlusconi non sarebbe stato ancora notificato nessun avviso di garanzia, come sostiene il suo portavoce Bonaiuti), si tratterebbe di una vera e propria macchina organizzativa messa in piedi dall’entourage di Berlusconi al fine di far cadere il governo Prodi e tornare al potere. La corruzione di Saccà, si legge, sarebbe addirittura stata operata dall’ex premier in persona e avrebbe previsto anche la segnalazione al presidente di RaiFiction di quattro attrici, una delle quali indicata a sua volta a Berlusconi da un senatore della maggioranza che secondo la notizia sarebbe potuto tornar utile all’opposizione per far andare in minoranza Prodi al Senato.
Non solo, oltre al già citato Saccà, il leader del nuovo soggetto politico che si opporrà (questo è tutto da vedere, dipenderà dalla legge elettorale…) al Pd, avrebbe tentato di corrompere, questa volta per mezzo di un intermediario, il senatore Nino Randazzo, eletto in Australia dagli italiani all’estero, e altri senatori “non ancora identificati”. Quest’ultima notizia, in realtà, era un fatto noto (anche se apparso pochissimo sulle pagine dei giornali ed è stato ignorato all’unisono dai tg), dal momento che Randazzo lo scorso 12 novembre aveva reso nota una lettera in cui rispondeva negativamente alla proposta presentatagli per passare all’opposizione. “Tutto quello che c’é scritto su Repubblica e riguarda la mia persona è vero – dichiara oggi Randazzo, confermando l’indiscrezione – Si tratta di un troncone di un’indagine in corso e tramite delle intercettazioni, uno degli intermediari del Cavaliere telefonava anche a me. Mi sto facendo delle grandi risate – ha, poi, aggiunto – perché apprendo che era stato fotografato l’incontro con l’intermediario e ho scoperto, soprattutto, che prima di fare un approccio alla mia persona avevano controllato il mio conto corrente in Australia, scoprendo che ero il più povero di tutti”. Fosse tutto confermato, sarebbe avvalorata una tesi sostenuta dagli esponenti della maggioranza sin dall’inizio della legislatura. E che metterebbe in pessima luce Berlusconi in una fase politica così delicata e di cambiamento, della quale egli è uno dei protagonisti assoluti.
Le considerazioni politiche sull’avvenimento, come ovvio, si sono sprecate. Specialmente da parte di Forza Italia e dei suoi “franchi tiratori”, che si sono scagliati immediatamente contro il quotidiano di Ezio Mauro, il governo e la maggioranza parlamentare. Berlusconi, in prima persona, ha immediatamente precisato che il fatto in sé “non ha nessuna rilevanza penale”. “Ho fatto solo la corte ai senatori ma tutto questo è avvenuto alla luce del sole” ha, poi, aggiunto, sottolineando come, secondo lui, da sinistra “sentono aria di elezioni”, con la conseguenza che “l’armata rossa della magistratura si rimette in moto”. Insomma, finché non si farà un minimo di luce sulla vicenda, la notizia sarà utile solo ad infittire il dibattito e la polemica tra le due (ancora per poco) fazioni. Certo è, comunque, che Berlusconi non è nuovo a ricevere accuse di questo genere. Toccherà ora alla Procura di Napoli mettere chiarezza sull’accaduto. (Giuseppe Colucci per NL)