“Non ho sentito le intercettazioni, ma non c’è nulla di preoccupante salvo che siamo in un paese dove non c’è più la libertà […] Voglio essere chiaro, lo sanno tutti nel mondo dello spettacolo, in certe situazioni, in Rai, si lavora soltanto se ti prostituisci oppure se sei di sinistra”. Questo un infuriato Silvio Berlusconi (foto) lo scorso 20 dicembre, dopo la diffusione selvaggia delle intercettazioni tra lui e il direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, nelle quali l’ex premier “raccomandava” alcune attricette per lavorare in Rai. Non si capisce bene, dalle affermazioni, a quale novero queste appartenessero, se al primo o al secondo dei gruppi di dipendenti Rai da lui indicati. Fatto sta, comunque, che nonostante la parziale ammissione della raccomandazione, della serie “così fan tutti”, ed il rilancio delle accuse contro una fantomatica mancanza di libertà dovuta all’uso spropositato delle intercettazioni, Berlusconi è stato denunciato da 60 (per ora) dipendenti della Rai: programmisti, montatori, tecnici, impiegati, hanno deciso di citare in giudizio il leader del Pdl per l’affermazione del 20 dicembre. Questi sono in netta maggioranza donne (colpite probabilmente dall’esplicito richiamo alla piaga della prostituzione in cambio di lavoro) ed hanno richiesto 50.000 a testa come risarcimento, una cifra non certo insormontabile per le tasche di Berlusconi (semmai fosse ritenuto colpevole). Quel 20 dicembre, tra l’altro, il denunciato disse anche che “tutti in Rai sono dei raccomandati a cominciare dal direttore generale”. Chi è senza peccato… (Giuseppe Colucci per NL)