Ieri sera è andata in onda un’altra puntata del Berlusconi Show sulle reti Rai, con l’ennesima telefonata del premier in diretta tv a Ballarò, terreno preferenziale per le sue esternazioni insieme alle trasmissioni di Santoro (celeberrimo lo sketch del marzo 2001 quando, durante la trasmissione "Il raggio verde", Berlusconi e il giornalista se le dissero di santa ragione).
Berlusconi, dopo oltre quindici anni di vita politica spesi a difendersi da valanghe di accuse, pare ormai particolarmente sensibile ad ogni tipo di critica, e proprio non ce la fa a trattenersi: quando vede che i suoi uomini, in tv, non sono in grado di tutelarlo a dovere, scende in campo e, come un fulmine dal cielo, si scaglia contro i conduttori di trasmissioni da lui definite "pericolose". È toccato, come dicevamo, ancora una volta a Ballarò. In studio, da Floris, c’era il vice direttore di Repubblica, Massimo Giannini, critico nei confronti della politica del Governo (rappresentato in studio dal ministro Giulio Tremonti). Giannini aveva ripreso alcuni lanci d’agenzia d’annata in cui l’attuale Presidente del Consiglio, all’epoca capo dell’opposizione al Governo Prodi, giustificava, in qualche modo, l’evasione fiscale, a fronte del forte prelievo imposto al governo di centro-sinistra dalla situazione economica critica. I lanci sono stati riproposti oggi dal sito di Repubblica e riportano le parole di Berlusconi in due interventi, uno all’Ance ed uno durante una visita al comando della Guardia di Finanza. In particolare, in questo secondo intervento Berlusconi, così si rivolgeva ai vertici delle Fiamme Gialle: "C’è una norma di diritto naturale che dice che se lo Stato ti chiede un terzo di quello che con tanta fatica hai guadagnato sembra una richiesta giusta e glielo dai in cambio di servizi. Se ti chiede di più o molto di più c’è una sopraffazione dello Stato nei tuoi confronti e allora ti ingegni per trovare sistemi elusivi o addirittura evasivi che senti in sintonia con il tuo intimo sentimento di moralità e che non ti fanno sentire colpevole". Vedendo che Tremonti non era in grado di ribattere a dovere alle parole di Giannini, ecco che la saetta si è abbattuta su Ballarò, lasciando, al solito, il suo seguito di fuoco, fiamme e polemiche. "Vorrei dire che il giornalista di Repubblica, Massimo Giannini, – ha esordito il Premier, subito dopo che la sua chiamata è stata mandata in diretta – ha mentito spudoratamente: da parte mia non c’è mai stato un sostegno all’evasione fiscale. Sono il primo contribuente d’Italia, il mio governo ha aumentato gli introiti provenienti dall’evasione fiscale come il ministro Tremonti ha ricordato". E poi il colpo di teatro finale: "Quindi è menzogna assoluta dire, come è stato fatto, che io avrei in qualche modo giustificato e sostenuto l’evasione fiscale". Berlusconi, poi, se l’è presa con i sondaggi Ipsos diffusi da Ballarò, presentando i suoi (altro pezzo di repertorio), secondo i quali il suo indice di gradimento sarebbe altissimo: addirittura il 62%. "Noi siamo al di sopra delle parti – ha ribattuto Pagnoncelli, dell’Ipsos, quando però il Premier aveva già chiuso il telefono – siamo perfino quotati in Borsa in Francia: se faccio sondaggi fasulli, vengo subito cacciato. Al presidente del Consiglio chiedo rispetto e dico solo: come giustifica la differenza fra i voti al suo partito e il gradimento che lui sostiene di avere?". La provocazione di Berlusconi questa volta non ha lasciato indifferente il pur sempre equilibrato conduttore della trasmissione, Giovanni Flores, che ha sbottato: "Ciò che veramente è inaccettabile in una televisione di Stato è che si inizi un dialogo ma poi si insulti e si butti giù il telefono prima che arrivi la risposta". Come dargli torto? (G.C. per NL)