Le elezioni si avvicinano e c’è da giurarci che del caos provocato dall’inchiesta di Trani resterà poco più che un’eco lontana, dimenticata – come sempre accade in Italia – ed offuscata dai risultati delle urne, qualunque responso esse diano.
Per quei pochi che ancora non lo sapessero, pochi giorni fa Il Fatto Quotidiano ha pubblicato uno scoop secondo cui a Trani, in Puglia, sarebbe stata in corso un’inchiesta in cui sarebbero stati indagati, tra gli altri, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ed il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. L’inchiesta avrebbe preso piede nell’ambito delle indagini degli inquirenti nei confronti della sede romana dell’American Express, in seguito ad una denuncia per presunti tassi usurai applicati ai titolari di carta. Gira e rigira, negli uffici romani dell’azienda americana, c’era chi millantava amicizie potenti al Tg1. Così, intercettato il direttore Minzolini, zac: invece di trovare discorsi su carte di credito e notizie oscurate, gli inquirenti si sono ritrovati davanti ad un (presunto) menage a trois tra il vertice del Tg1, il premier Berlusconi ed il commissario dell’Authority per le Tlc Giancarlo Innocenzi. In sintesi, secondo quanto sarebbe stato estratto dalle registrazioni, il presidente del Consiglio avrebbe fatto pressioni su Innocenzi per punire Annozero e avrebbe dato al "direttorissimo" del telegiornale dell’ammiraglia Rai, indicazioni su alcuni servizi da mandare in onda. Fosse servita un po’ di benzina sul fuoco della campagna elettorale per le regionali (già di per sé più che infiammata), questo era il combustibile adatto. Preferiamo soprassedere sul solito panino e la girandola di commenti politici, più o meno accreditati, preferendo passare direttamente ai fatti. Il Ministro della Giustizia Alfano ha inviato oggi – con l’urgenza che evidentemente il caso impone – gli ispettori alla Procura di Trani, per accertare eventuali irregolarità nell’inchiesta che, a suo avviso, presenta "almeno tre gravissime patologie che sono chiare allo studente che affronta all’università l’esame di procedura penale. E cioè: un problema gravissimo di competenza territoriale, un secondo problema di abuso delle intercettazioni, e un terzo che riguarda la rivelazione del segreto d’ufficio". Certo, Alfano promette, che non saranno intralciate le indagini: intanto, però, davanti alla Procura della cittadina pugliese è già assembrato ormai da tre giorni uno stuolo di giornalisti, cui il procuratore capo Carlo Maria Capristo, ha gentilmente chiesto d’essere messo nelle condizioni di lavorare "con riservatezza, tranquillità e professionalità". Capristo sabato ha incontrato Michele Ruggiero, il pm a capo dell’inchiesta, poi sfuggito ai cronisti, chiudendosi nel suo ufficio. Domani, nel frattempo, sarà ascoltato dai magistrati, nell’ambito delle indagini, anche Michele Santoro. Il presentatore di Annozero – per cui non c’è pace in questa campagna elettorale, nonostante alla sua trasmissione sia proibito andare in onda – sarà sentito come persona informata dei fatti. Santoro, intervistato in questi giorni da Repubblica, La Stampa e L’Unità, s’è scagliato contro l’Agcom, proponendone la cancellazione in quanto organo anch’esso "lottizzato". "C’è un altro aspetto allucinante – si è sfogato Santoro su Repubblica – anche i funzionari di quell’Authority sono lottizzati. Gli esposti venivano confezionati all’interno dell’organismo e poi passati ai partiti. È uno schifo, una violazione della Costituzione, accettata da tutti senza ribellarsi". E poi ricorda che Innocenzi "è un ex dipendente Fininvest, poi parlamentare di Forza Italia e sottosegretario di Maurizio Gasparri nel governo Berlusconi. La maggior parte delle cause contro di noi – ha aggiunto – sono state avviate da lui. Già in passato è stato sorpreso con il sorcio in bocca ma non è successo niente". Berlusconi, infine, intervistato oggi dal Gr1, si è definito – al solito – "scandalizzato" per le voci sull’inchiesta di Trani. Il premier ha parlato anche di "palesi violazioni della legge", senza chiarire di quali violazioni si sia trattato. "Quella di Trani è un’iniziativa grottesca – ha detto poi il premier – che non mi preoccupa affatto". Infine, Berlusconi non ha risparmiato una frecciata a D’Alema, "reo" d’averlo accusato di aizzare "risse" nell’ambito della campagna elettorale. "Non tiene vergogna", ha detto, annunciando inoltre di voler organizzare una manifestazione per sabato prossimo per "difendere la democrazia". (G.M. Per NL)