È giovane, bionda e da sei mesi ha preso il posto dell’anziano Andrew Sachs alla direzione amministrativa della Bbc. Stiamo parlando di Jay Hunt (foto), la nuova lady di ferro delle televisione di Stato inglese, nota come “la donna più tirchia della televisione” a causa degli ingenti tagli annunciati, a causa della crisi economica che anche oltremanica sta facendo sentire i propri effetti. Nei sei mesi trascorsi alla direzione della Bbc, la Hunt ha già dovuto affrontare molte situazioni delicate, dai forti dissidi con John Sergeant, uno dei pezzi da novanta della tv inglese, che ha deciso di cambiar aria a causa delle divergenze con la nuova direttrice, fino alle polemiche provocate dal cambio di fasce orarie per molte trasmissioni seguitissime. Insomma, Jay Hunt non è certo quella che si può definire una conservatrice. Anche perché la Bbc, in questo momento, ha bisogno d’essere riformata, prima di tutto dal punto di vista economico. Il direttore generale Mark Thompson ha, infatti, parlato di un buco di circa 140 milioni di sterline che la crisi comporterà durante il prossimo quinquennio. Per questo motivo l’attuale regime cui è sottoposta la tv di Stato dovrà essere notevolmente rivisto. Cominciando dagli stipendi dei dipendenti, specie i più onerosi. “Il mondo oggi è un luogo diverso – ha affermato la Hunt, senza mezzi termini e con il pragmatismo che la contraddistingue – penso che stiamo spendendo soldi pubblici e per questo dobbiamo pensare molto attentamente a come distribuiamo quella spesa per garantire che offra valore e qualità reali”. Una svolta anche etica, quindi, che parte dalla presa di coscienza su come sia impossibile, data l’attuale situazione economica, garantire stipendi da 6 milioni di sterline come quello percepito da Jonathan Ross (in queste settimane nell’occhio del ciclone per la storia dei messaggi osceni lasciati sulla segreteria telefonica dell’ex direttore Sachs). Ma la svolta etica sarà anche indirizzata verso uno spazio sempre più ampio dedicato alla cultura, all’arte e alla scienza. Bbc One, infatti, avrà presto una fascia oraria dedicata ai documentari. “Io sono Bbc nel cuore e nell’anima – ha annunciato messianicamente la neo direttrice – per questo il mio impegno è quello di cercare di rendere questo canale contemporaneo, connesso a quello che è oggi la nostra società”. E la nostra società, oggi, ha bisogno di tagli. I primi, per la Bbc, riguarderanno il personale (i sindacati dei giornalisti sono già sul piede di guerra), poi sarà la volta delle strutture e delle sedi da chiudere. Ma nessuna ripercussione nelle tasche dei fruitori, come invece sta accadendo in Italia. Aumento Istat e crisi economica comporteranno, infatti, l’aumento di 1,53 euro nel canone già dal 2009. Questione di scuole di pensiero. (Giuseppe Colucci per NL)