I Bandi pubblicati mercoledì scorso dal Ministero dello sviluppo economico per la riassegnazione delle frequenze digitali terrestri alle tv locali nelle aree digitalizzate entro il 31 dicembre 2010, oltre ad obbligare decine di emittenti a subire l’ennesima incombenza burocratica, rischia di mettere in discussione la prosecuzione dell’attività di diversi operatori di rete.
Dopo aver obbligato le emittenti locali a fare cospicui investimenti in un periodo di crisi economica senza precedenti a soli due anni di distanza, si impone un bando di gara che, in alcuni casi, si poteva forse evitare. Infatti, per il Presidente dell’Associazione Tv Locali FRT, Maurizio Giunco, "la decisione di procedere con il bando anche nelle aree in cui sono stati raggiunti gli obiettivi definiti dal DM 23 gennaio 2012 e quindi si è addivenuti alla liberazione spontanea delle frequenze della banda 800 in numero necessario non è condivisibile." "In tali aree – continua Giunco – sarebbe stato sufficiente indire un bando di gara che coinvolgesse i soggetti a cui il Ministero avrebbe dovuto cambiare frequenza al fine di formulare una graduatoria utile per le manifestazioni di interesse. Probabilmente l’intento è quello di eliminare con un colpo di spugna anche le frequenze della III banda e quelle poche assegnazioni di frequenze destinate ad un Beauty Contest che con molta probabilità non ci sarà mai". Il clima non è dei migliori, lo abbiamo più volte detto, e la mancanza di dialogo e collaborazione tra le Istituzioni e le tv locali non fa gioco a nussuno, produce solo danni. "Si è raggiunto ormai un palese atteggiamento punitivo nei confronti delle TV Locali che non ha mai avuto uguali nella storia delle TV Italiane – insiste l’esponente FRT – Dirigenti apicali del MSE che dichiarano ufficialmente ed in più occasioni che i bandi delle aree digitalizzate alla data del 31/10/2010, sarebbero stati identici a quelli emanati per le aree 2011-12, sicché gli imprenditori televisivi in buona fede, e spinti da tali dichiarazioni, hanno egittimamente operato in questo ultimo anno al fine di costituire intese o società consortili per la condivisione del multiplex con altri soggetti assumendosi con ciò una serie di oneri e costi per meglio rispondere alle finalità del bando promesso dal MSE. Ed ecco che improvvisamente gli stessi dirigenti modificano sostanzialmente il bando di gara eliminando totalmente ogni possibilità di intese volontarie e condivisione del multiplex e tutto ciò senza che il MSE si preoccupasse di udire le associazioni di categoria se non a bando firmato, timbrato e pronto alla pubblicazione. E’ evidente che tali atteggiamenti, che ricordano vagamente il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni degli anni 1970, non possano che essere ricondotti ad una logica punitiva che si prefigge di creare le massime difficoltà agli operatori locali con il fine di liberare il maggior numero di frequenze." Che la situazione sia da tempo sfuggita di mano al MSE è evidente. I vertici politici, come evidenziamo da tempo con questo notiziario, non sembrano per nulla interessati (oppure, secondo la FRT, "non sono capaci" di gestire la situazione) al destino delle TV Locali. Ciò ha prodotto delle enormi falle istituzionali alle quali la magistratura amministrativa, come in passato, sta tentando di porre rimedio con sentenze che rimettono in discussione il sistema. Per il Presidente Giunco "la funzione amministrativa, anzichè fungere da raccordo e da supporto, si è di fatto sostituita alla funzione politica, effettuando scelte completamente avulse dalla realtà e complessità del sistema". Il Presidente dell’Associazione Tv Locali FRT non risparmia da critiche il bando di gara della Lombardia che "nelle premesse dichiara di rispettare fedelmente il piano di assegnazione dell’Agcom e poi prevede ad esempio la sottrazione del canale 35 alle locali per destinarlo ad una rete nazionale." Le differenze tra l’attuale bando e i precedenti sono diverse ed alcune appaiono discriminatorie a partire dalle c.d. intese premiali imposte dal Ministero che creano una palese disparità fra i soggetti partecipanti. Su questo punto Giunco si chiede: "Quali possibilità di venire utilmente collocati abbiano quei soggetti, che per loro sfortuna si sono visti assegnare a suo tempo frequenze di III Banda o della Banda 800 Mhz, che non hanno altri soggetti su identiche frequenze nella regione e che quindi non avranno alcun punteggio premiale, mentre altre emittenti che eserciscono frequenze maggiormente utilizzate da terzi nella stessa regione, grazie al “premio”, saranno utilmente collocati." Tra le fattispecie previste dai bandi è anche possibile che un’emittente provinciale si collochi utilmente in graduatoria solo perché abbinata d’ufficio dal Ministero con una grande emittente con buona copertura, patrimonio e dipendenti, mentre un’altra, magari maggiormente strutturata della prima si trova casualmente ad essere abbinata ad emittenti con scarsa copertura, patrimonio e dipendenti, e quindi non viene utilmente collocata. Il rischio è che l’esclusione di alcuni soggetti dall’assegnazione della frequenza potrebbe essere decretata non già per incapacità economica e strutturale degli stessi, ma solo perché sono stati sfortunati nella precedente assegnazione frequenziale. "Un bando che favorisce esplicitamente alcuni soggetti chiaramente individuabili scorrendo l’elenco delle frequenze precedentemente assegnate, a sfavore di altri altrettanto chiaramente individuabili, ad avviso del Presidente delle Tv Locali FRT, è un bando di gara palesemente discriminatorio". Giunco non esclude la possibilità che le tv locali ricorrano al Tar mettendo così a serio rischio la consegna delle frequenze per la banda larga alle compagnie telefoniche. Alla fine però a pagare saranno solo le emittenti locali molte delle quali, all’indomani della riassegnazione delle frequenze, si ritroveranno con gli stessi problemi interferenziali di oggi. (M.L. per NL)