Con riferimento al rapporto britannico redatto da OFCom (Independent regulator and competition authority for the UK communications industries), citato ieri da questo periodico, è necessario fare qualche precisazione anche in relazione ai dati raccolti dalla Said Business School dell’Università di Oxford, in collaborazione con l’Università di Oviedo.
Infatti, abbinando i due report si evince effettivamente che l’Italia è senza dubbio il primo paese per l’utilizzo di social network, nonché il leader a livello mondiale per la diffusione di smartphone e, più in generale, device mobili connessi alla rete. Quanto però potrebbe lasciare perplessi è che, almeno in riferimento all’utilizzo di community e network sociali, il nostro Paese è parallelamente il fanalino di coda, a livello internazionale, per la qualità della banda larga (quando si parla di qualità della banda ci si riferisce, almeno per quanto riguarda gli studi dell’Università di Oxford, alla combinazione di tre diversi fattori, ovvero la capacità di download, la capacità di upload e la latenza di una connessione; i criteri sono espressi in un unico ‘Broadband Quality Score’ per ogni paese – fonte: Repubblica.it). Insomma, navighiamo tanto (anzi, tantissimo), ma lo facciamo male (o meglio, con tecnologie ancore limitate). Il Belpaese si trova così al 26esimo posto: ciò significa non solo trovarsi in una posizione di sfavore rispetto a Corea, Svizzera e Stati Uniti (solo per citarne alcuni), ma anche in un punto di imbarazzante svantaggio nei confronti di paesi come Grecia e Romania, nei quali la diffusione della banda larga ha avuto già più successo che da noi. Si tratta evidentemente di un paradosso: siamo i più bravi (o per dirla in linguaggio mobile, i più smart) nell’utilizzo delle nuove tecnologie e dei nuovi dispositivi connessi al web, ma ne usufruiamo per lo più attraverso “tradizionali” connessioni Adsl, con un ampio digital divide che separa città e province, tanto quanto province e aree telematicamente ancora più disagiate (per lo più località montane o storicamente depresse economicamente). Si aggiunga inoltre che il wi-fi è un’alternativa ancora poco solida e scarsamente disponibile sicché tutti i dati riportati da OFCom, se pur verosimili, potrebbero ancora lievitare se nel Paese la situazione si sbloccasse. (M.M. per NL)