"E’ bene rassicurare tutti i telespettatori in termini comprensibili: i canali generalisti di Rai e Mediaset ma anche La7 e molti altri potranno essere visti già da quest’estate sulla nuova piattaforma satellitare di Tivù Sat che trasmetterà solo canali gratuiti". A parlare così, intervistato dall’ADNKRONOS, è Luca Balestrieri, presidente di Tivù Sat, la Srl che unisce Mediaset, Rai e Telecom Italia Media per la creazione della nuova piattaforma satellitare. Ma è bene chiarire che ‘salire’ su Tivù Sat non vorrà dire scendere contemporaneamente o necessariamente dalla piattaforma Sky. Scelta quest’ultima che attiene ai singoli editori. In queste settimane sono in molti a chiedersi cosa succederà se la Rai, il cui contratto con Sky è in scadenza, dal 31 luglio non sarà più visibile con i suoi canali generalisti sulla piattaforma del magnate australiano. "Al di là della decisione che verrà presa, i telespettatori potranno vedere via satellite 10 canali Rai (Raiuno, Raidue, Raitre, Rai4, Rai Gulp, Rai Gulp +1, Rai Sport +, RaiNews24, Rai Storia e Rai Edu 1), 7 canali Mediaset (Canale 5, Retequattro, Italia 1, Iris, Boing, Boing+1 e Mediashopping), La7, Sat 2000 e tutti i canali free internazionali sulla nuova piattaforma", assicura Balestrieri. La ‘road map’ dell’attivazione della nuova piattaforma è già a buon punto: "Il primo passo è fornire alle emittenti che aderiscono le ‘chiavi di criptaggio del segnale’, necessarie ai vari canali per proteggere le parti di palinsesto di cui si posseggono i diritti tv solo per il territorio italiano. Poi le singole emittenti potranno decidere se criptare l’intero palinsesto o solo le parti coperte da diritti, come ad esempio partite di calcio, film, ecc. Queste chiavi di criptaggio saranno fornite a tutti i canali entro giugno", sottolinea Balestrieri. Il secondo passo riguarda decoder e card: "Bisognerà che ci sia in commercio un numero congruo di carte in grado di decriptare il segnale. I produttori ce ne hanno già chieste 180.000 per i primi decoder già in produzione. Tivù Sat userà un sistema di Nagra Vision, pensato e strutturato per la tv satellitare gratuita e non a pagamento. La card di Tivù Sat sarà una per sempre: una volta abilitata, a meno che non si rompa, resterà quella. Da luglio saranno in vendita nella grande distruzione i decoder con abbinata la card. Inoltre dal 2010 saranno in vendita delle Cam”, adattatori che consentiranno di applicare la card Tivù Sat a gran parte dei decoder non Sky esistenti. "I decoder Tivù Sat saranno costruiti da più produttori, ai quali abbiamo fornito le specifiche per poter creare apparecchi che possano ricevere il nostro segnale. E le specifiche sono a disposizione di chiunque voglia produrli, per una precisa scelta di apertura. E nello stesso spirito di apertura si tratterà in ogni caso di decoder con almeno due diversi sistemi di accesso condizionato". Il costo varierà da produttore a produttore, da meno di cento euro a qualcosa in più per il decoder ‘combo’ (in grado di ricevere sia satellite che digitale terrestre). "Ma i prezzi sono destinati a crollare con la diffusione di massa, come succede sempre con l’elettronica", rileva Balestrieri. Cosa dovrà fare dunque in concreto un cittadino interessato a ricevere i canali satellitari gratuiti di Tivù Sat? Nel caso in cui il telespettatore non abbia già una parabola, dovrà dotarsene. Ma se invece sul tetto del cittadino interessato c’è già la parabola Sky non cambierà nulla (l’orientamento è infatti lo stesso, 13° gradi Est). "Al cavo che arriva dalla parabola – spiega Balestrieri – andrà collegato il decoder Tivù Sat. Poi si dovrà inserire ed abilitare la card e godersi i canali, tutti gratis, della piattaforma che avrà naturalmente anche il suo menu, la sua guida elettonica e il suo telecomando". A questo punto c’è un’ultima domanda che nasce spontanea: sarebbe possibilie mettere in commercio un decoder aperto sia a Tivù Sat che a Sky? La risposta, tecnologicamente, è sì. "A patto che tutti gli operatori rinunciassero ad una politica di tecnologia proprietaria e di chiusura dei propri decoder". Che tradotto vuol dire che finora Sky non ha mai consentito di inserire il suo sistema in un decoder che non fosse solo suo. (Adnkronos)