Autoradio AM: tira una brutta aria negli USA con l’amministrazione Trump. Il neopresidente potrebbe essere favorevole, ma il ceo di Tesla no

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L’AM Radio for Every Vehicle Act, cioè l’obbligo di preinstallazione di autoradio AM su qualsiasi veicolo, rischia di finire nel cestino con l’amministrazione Trump su suggerimento di Musk?
Il Congresso valuta i costi del mandato per preservare i dispositivi di ricezione OM (autoradio AM) sulle auto di nuova produzione, mentre il dibattito infuria tra case automobilistiche, esperti di sicurezza e figure vicine al nuovo presidente, come Elon Musk, leader delle auto elettriche, fortemente contrario all’introduzione dell’obbligo.

L’AM Radio for Every Vehicle Act del 2025, ora depositato come S.315, mira a preservare la dotazione di autoradio AM su tutti i veicoli passeggeri venduti, importati o fabbricati negli Stati Uniti.
La proposta nasce dalla ritenuta importanza della autoradio AM ed in generale della diffusione in onde medie nelle comunicazioni di emergenza, ma, al contempo, si scontra con le tendenze del mercato automobilistico, sempre più orientato verso i veicoli elettrici, che rendono difficile la ricezione radiofonica su tale banda per via dei disturbi provocati dal motore. Con la conseguente necessità di adottare costose schermature che aumentano il prezzo di vendita.

Muro contro muro

Un vero e proprio muro contro muro tra i broadcaster, rappresentati dall’associazione NAB – che nel 2024 aveva lanciato la campagna Depend on AM Radio, per sottolineare l’importanza della autoradio AM in auto per ricevere notizie, intrattenimento e informazioni sulla sicurezza pubblica – e l’automotive, sempre più radicata a limitare il car entertainment allo streaming (lineare e on demand).

Le stime del Congressional Budget Office (CBO)

Sul piano normativo, secondo il CBO (Congressional Budget Office), i costi per finanziare la legge sarebbero minimi: circa 1 milione di dollari in cinque anni per il Dipartimento dei Trasporti e il Government Accountability Office. Le sanzioni per i produttori che non si adeguano non supererebbero i 500.000 dollari in un decennio, grazie a violazioni estremamente limitate.

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L’impatto sui produttori di veicoli elettrici

L’obbligo, infatti, colpirebbe principalmente i produttori di veicoli elettrici (EV), molti dei quali hanno già rimosso o pianificano di eliminare la autoradio AM dalla dashboard.
Il CBO stima che aggiornare 2-2,5 milioni di EV all’anno comporterebbe lievi aumenti nei costi di produzione, ma rimarrebbe entro le soglie federali.

CAR: salvare la AM costerà quasi 2,7 miliardi in 5 anni

Cifre su cui non concorda il Center for Automotive Research (CAR), secondo il quale l’adeguamento comporterebbe costi a carico dell’automotive (che li riverserebbe sull’utenza) per 2,7 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni (calcolati su una proiezione di vendita di 8 mln di auto all’anno, ovviamente con crescita progressiva).

Fino a 70 dollari per schermatura e filtri attenuazione

Nel rapporto CAR (qui per consultarlo) si rappresenta che la schermatura dei cavi di un’auto elettrica costa tra i 35 ed i 50 dollari, cui sono da aggiungere altri 15-20 dollari per i filtri di attenuazione del rumore, che, sommati e moltiplicati per le auto commercializzate ogni anno, danno la cifra ipotizzata.

Cui prodest?

Il tutto, secondo le case automobilistiche, senza alcun vantaggio per gli utenti, che potrebbero continuare a ricevere il medesimo contenuto in FM, HD Radio e, soprattutto, in streaming.

Le 8 case anti AM

Ma quale è il fronte degli oppositori dell’industria automobilistica?
Sono, in primis, otto le case automobilistiche che vendono vetture negli Stati Uniti che affermano di aver eliminato l’autoradio AM dal cruscotto di alcuni dei loro modelli (elettrici o ibridi), motivando la decisione con ostacoli tecnici, ma soprattutto col fatto che i contenuti delle stazioni sono comunque disponibili (quantomeno) in streaming, con una migliore qualità ed un’ottima copertura.

BMW, Ford, Mazda, Polestar, Rivian, Tesla, Volkswagen e Volvo

Si tratta di BMW, Ford, Mazda, Polestar, Rivian, Tesla, Volkswagen e Volvo, che, in una serie di lettere inviate nel 2024 al senatore Edward Markey (Partito democratico), che si batte – al contrario – per difendere l’esigenza della autoradio AM sulla dashboard, hanno dichiarato di non avere alcun ripensamento a riguardo.

I possibilisti

Ma non tutte le case sono contrarie al mantenimento della autoradio AM sulle proprie vetture.
Tra queste ci sono Nissan, Hyundai, Kia, Subaru, Land Rover, Jaguar e Mitsubishi Motors, che hanno dichiarato di avere in corso di attuazione contromisure efficaci per preservare la ricezione in modulazione di ampiezza sulle proprie auto.

Il ruolo della autoradio AM nelle emergenze

La autoradio AM è considerata dai broadcaster e dalla maggior parte dei politici, un pilastro delle comunicazioni di emergenza, grazie alla sua ampia copertura e alla capacità di funzionare anche in condizioni estreme. Il disegno di legge richiede ad un apposito dipartimento di studiare il ruolo della autoradio AM nel sistema di alert pubblica e di riferire sui risultati entro 18 mesi.

Elon Musk e la visione di Tesla

Tuttavia, sul piano politico l’aria sta cambiando: Elon Musk, fondatore e CEO di Tesla, con un ruolo nel Department of Government Efficiency del governo Trump, si è dichiarato fortemente contrario alla proposta, sostenendo che la autoradio AM è obsoleta e non si adatta alla visione innovativa dei veicoli elettrici.
Tesla, infatti, ha già rimosso la radio AM dai suoi modelli, privilegiando tecnologie più avanzate, come lo streaming (ed infatti avrebbe in animo di rimuovere anche la ricezione FM).

Il supporto politico alla proposta

Il disegno di legge, che ha raggiunto 50 co-sponsor al Senato, con il recente sostegno dei senatori John Boozman (R-AR), Jacky Rosen (D-NV) e Catherine Cortez Masto (D-NV), vede la versione della Camera che deve ancora essere approvata dalla House Energy and Commerce Committee.

L’equilibrio di Trump

La presidenza Trump, teoricamente, potrebbe avere un impatto significativo sulla proposta, data la sua attenzione alle comunicazioni di emergenza e al sostegno alle industrie tradizionali; sennonché, l’opposizione di Elon Musk (che, come noto, su Trump ha una notevole influenza) e la crescente popolarità dei veicoli elettrici potrebbero rendere difficile l’approvazione della legge.
Un difficilissimo equilibro di posizioni di principio, insomma.

Ford: i tempi sono cambiati e la autoradio AM è superata

Ma quali sono le posizioni specifiche dei principali produttori di automobili?
“Riconosciamo che la radio AM è stata fin qui un’importante fonte di informazioni per i consumatori –
 ha affermato Christopher Smith, Chief government affairs officer di Ford -. Tuttavia, oggi i medesimi contenuti sono disponibili tramite altre piattaforme, come i canali digitali accessori (alla FM) HD Radio, la radio satellitare e, naturalmente, l’IP, nelle varie forme di somministrazione.

EAS (Emergency Alert System)

Peraltro gli avvisi EAS (Emergency Alert System, ndr) sono ora disponibili anche sui dispositivi wireless; quindi gli utenti hanno altre opportunità per essere informati”, ha ribadito il portavoce di Ford.

Toyota: stiamo valutando se seguire la strada degli altri marchi

Anche Toyota, il secondo venditore di auto negli Stati Uniti, starebbe valutando se seguire il percorso delle altre case automobilistiche eliminando la autoradio AM dai suoi veicoli elettrici. “L’interferenza elettromagnetica con i segnali radio AM della piattaforma elettrica a batteria è una sfida“, ha spiegato il vicepresidente della Toyota Stephen Ciccone.

Piani aziendali non anticipati, ma prevedibili

“Sebbene Toyota abbia affrontato questo problema nei propri veicoli attuali, preferiamo non anticipare i piani aziendali futuri“, aveva scritto l’anno scorso Ciccone al senatore Edward Markey, esprimendo la posizione azienda. Una dichiarazione che, naturalmente, non ha lasciato tranquilli i broadcaster, che hanno intravisto un’anticipazione della volontà di eliminazione della autoradio AM.

Mazda: no ad autoradio AM…

E pure Mazda ha affermato di non avere in programma di reintrodurre la autoradio AM nel suo primo veicolo elettrico, la MX-30:La feature è stata eliminata a causa della scarsa qualità di ricezione, causata dall’interferenza del motore a batteria con il segnale in modulazione di ampiezza”, ha spiegato la casa, precisando che, come Toyota, non si impegnerà a mantenere l’AM nei suoi modelli a benzina.

… ma preserveremo quella FM

Tuttavia, per ora Mazda non ha in programma di rimuovere il sintonizzatore per la ricezione di segnali radio FM nei nuovi modelli di veicoli“, ha cercato di rassicurare i broadcaster.

Tesla, gli irriducibili

Posizione ovviamente confermata, da Tesla, trendsetter dei veicoli elettrici, che per primo aveva eliminato la autoradio AM dal cruscotto: “La trasmissione elettrica funziona su una lunghezza d’onda simile a quella della AM, rendendola instabile e inutilizzabile”, ha sottolineato il Senior director Rohan Patel. “Nondimeno, Tesla comprende quanto sia importante per i proprietari delle proprie auto avere pronto accesso ai media preferiti durante gli spostamenti quotidiani.

Opzioni multimediali IP

Proprio per questo, considerato che nessuna stazione AM non dispone di flussi streaming, la suite di opzioni multimediali IP di Tesla consente ai conducenti di ascoltare tali stazioni tramite app mobili”.

Chi è favorevole a mantenere la autoradio AM

Ma non tutte le case sono contrarie al mantenimento della autoradio AM sulle proprie vetture. Tra queste ci sono Nissan, Hyundai, Kia, Subaru, Land Rover, Jaguar e Mitsubishi Motors. Quest’ultima ha affermato di essere al lavoro per sviluppare “misure di riduzione delle interferenze ai segnali AM dai motori elettrici”.

Honda e GM

Per parte propria, Honda ha affermato che per i suoi due veicoli elettrici annunciati ufficialmente sarà presente una autoradio AM/FM, poiché i modelli sono stati sviluppati congiuntamente con General Motors utilizzando la piattaforma Ultium preesistente di GM.

Volkswagen: non vale la pena preservare la autoradio AM

Tuttavia, non tutti i marchi automobilistici ritengono che gli sforzi di mitigazione valgano la pena. Per esempio i veicoli elettrici Volkswagen non saranno dotati di autoradio AM. La vicepresidente senior Anna Schneider ha spiegato che gli ingegneri del gruppo hanno esaminato i metodi hardware e software pubblicizzati come modi per ridurre il problema, ma i risultati non hanno soddisfatto gli standard VW.

Gabbie e schermature limitative

E sebbene le contromisure ipotizzate – come gabbie metalliche e schermature del motore e della batteria potrebbero funzionare – esse ridurrebbero le prestazioni di un’auto elettrica a causa del peso aggiunto”, ha spiegato.

Ma almeno i comparti broadcast ed automotive hanno ripreso a dialogare

Le giustificazioni delle case automobilistiche per la rimozione della autoradio AM dai loro veicoli non sono risultate gradite al senatore Markey, secondo il quale l’automotive così operando ha indebolito il sistema della FEMA (l’ente federale per la gestione delle emergenze negli Stati Uniti) per la trasmissione al pubblico di informazioni fondamentali sulla sicurezza pubblica.

Connettività

Sebbene molte case automobilistiche abbiano suggerito che altri strumenti di comunicazione, come i device streaming, potrebbero sostituire la autoradio AM, in caso di emergenza, i conducenti potrebbero non avere accesso al web e perdere informazioni di sicurezza critiche“, aveva opposto Markey.

Troppa enfasi Markey

La verità è che la autoradio AM è insostituibile”, aveva chiosato Markey, con un’enfasi ritenuta dall’industria automobilistica incompatibile con l’evidenza dell’evoluzione tecnologica.

Alliance for Automotive Innovation

L’Alliance for Automotive Innovation – associazione commerciale e gruppo di lobby americana i cui membri includono produttori internazionali di automobili –  ha immediatamente contrastato tale posizione evidenziando il convincimento che il governo federale e l’industria automobilistica debbano entrambi riconoscere che i modi in cui i consumatori ricevono le informazioni stanno cambiando con l’innovazione.

NAB e FEMA

Il vicepresidente Garrick Francis ha aggiunto che i propri soci sono “impegnati a mantenere l’accesso dei consumatori a informazioni vitali sulla sicurezza e quindi si sono incontrati con la National Association of Broadcasters e la FEMA per valutare le opzioni”.

La parola finale

Ora il destino della autoradio AM è nelle mani di Trump. E quindi di Musk?

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