Erano appena finiti i tempi delle radio libere istituzionalizzate: le prime avevano aperto la strada ad un nuovo modo di fare radio, le successive nascevano come funghi. Le radio pulviscolari nate nelle case, nei garage, nei centri sociali, ovunque ce ne fosse la possibilità e dovunque esistesse un gruppo di amici in grado di assaltare l’etere a costi contenuti, cominciavano a lasciare il posto a strutture più organizzate e solide, orientate al marketing ed al ruolo d’impresa. Era quindi il 1982 quando, da un’idea del vulcanico Claudio Cecchetto e di un manipolo di fedelissimi, nasceva dalle ceneri della ex bollatese (e già famosissima) Radio Music 100, Radio Dee Jay, una radio per i giovani, per quelli che negli anni ottanta venivano chiamati teenager. La radio partì con un flusso musicale ininterrotto (“in poche parole tanta musica”, era il felice slogan), con una predilezione per l’imperante new wave anglosassone. I novantanovemilaesettecento (dalla frequenza milanese 99,700 MHz) in non stop music diventarono in Lombardia(c’era già il mitico 107 MHz per la pianura padana…) un punto di riferimento in un etere troppo (e mal) parlato. Un immediato e straordinario successo, che portò Cecchetto e soci a pensare ad una proiezione della diffusione in ambito nazionale sin dal 1983. Tentativo invero subito abbandonato per difficoltà tecniche (i tempi e le tecnologie non erano ancora maturi), per poi essere ripreso pochi anni dopo (1988) con migliore fortuna. Radio Dee Jay fu una fucina di artisti: comici, cantanti, speaker (Fiorello, Jovanotti, Gerry Scotti, solo per citare alcuni membri di quella che, allora, era chiamata “DJ’s gang”) diventati famosi a livello nazionale, una partnership con Fininvest (Dee Jay Television su Italia 1) e ascolti sempre più alti. Poi vennero i più impegnativi anni novanta, con l’addio di Cecchetto, la vendita dell’emittente al gruppo L’Espresso, i nuovi talenti (Fabio Volo, Dj Angelo ecc..), la forte concorrenza di nuove radio nazionali ed il riposizionamento su un target leggermente più adulto, rincorrendo, probabilmente, quelli che negli anni ottanta erano i teenager, cresciuti ascoltando Dee Jay e divenuti adulti/bambini, grandi d’età ma giovani nell’animo (l’attuale target di riferimento). E a venticinque anni dalla sua nascita eccola ancora lì, vigorosa ed ascoltata (pur con una concorrenza sempre più agguerrita, che spesso l’ha superata in qualità della diffusione del segnale) a primeggiare nella classifica Audiradio a stretto contatto con Radio RAI. (G.C. per NL)