L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha reso noto di aver avviato un procedimento volto ad accertare “se la società Auditel abbia abusato della posizione dominante detenuta nel mercato della rilevazione dei dati di ascolto televisivo in Italia”.
Come chiarito nel comunicato pubblicato ieri dall’Agcm, l’istruttoria ha preso le mosse dalla denuncia presentata da Sky, la quale ha accusato la società che si occupa della rilevazione degli ascolti televisivi in Italia di aver assunto “un atteggiamento dilatorio o ostruzionistico” nei confronti delle proposte presentate dall’emittente satellitare, nell’ambito del Comitato Tecnico di Auditel, al fine di “migliorare la rappresentatività dei dati rilevati”. In particolare, come si legge nella delibera dello scorso 5 novembre con cui è stato dato avvio all’istruttoria, le proposte presentate da Sky si sostanziavano nella richiesta di diffusione dei dati di ascolto giornalieri dei canali televisivi distinti per ciascuna piattaforma (analogica, digitale, satellite, IPTV), e nella richiesta di rilevare quotidianamente i dati relativi alla voce “altre digitali terrestri”. Tali proposte, secondo quanto denunciato dalla piattaforma satellitare, sarebbero state respinte da Auditel ”senza giustificazioni obiettive” e senza neanche essere trasmesse al Consiglio di Amministrazione della società. Un Consiglio, dove, tra l’altro, ancora Sky non è rappresentata, non possedendo quote del capitale sociale di Auditel. Vale la pena ricordare (come fa l’Agcm nel suo provvedimento) che le partecipazioni di Auditel sono detenute ad oggi da: Rai spa (33%), Mediaset spa (26,67%), Telecom Italia Media spa (3,33%), Federazioni Radio e Televisioni (3%), imprese inserzioniste Utenti Pubblicità Associati (20%), Assap Servizi srl (11,5%), Unione Nazionale Imprese di Comunicazione (1,5%) ed infine dalla Federazione Italiana Editori Giornali (1%). Secondo Sky, la condotta di Auditel, come denunciata, finirebbe per avvantaggiare i soggetti che detengono le partecipazioni maggiori della società, cioè Rai e Mediaset, e sarebbe diretta ad ostacolare la crescita delle nuove piattaforme televisive, quali il satellite, in quanto impedirebbe l’attuazione di quelle modifiche necessarie ad assicurare una maggiore affidabilità dei dati raccolti. Sulla stessa linea si pone l’Antitrust che, nel deliberare l’avvio del procedimento, ha evidenziato, come “i comportamenti descritti appaiono evidenziare una strategia di Auditel finalizzata ad impedire un progressivo adeguamento del sistema di rilevazione dei dati di audience all’evoluzione dell’offerta televisiva”, risultando in particolare detti comportamenti “strumentali ad ostacolare la diffusione di informazioni idonee a fornire una più accurata ricostruzione dei dati di fruizione del mezzo televisivo”. Obiettivo dell’Autorità è tutelare non solo gli operatori del settore, ma anche il pubblico, considerato che, a suo giudizio, “una più accurata diffusione dei dati di ascolto potrebbe, in ultima analisi, avvantaggiare indirettamente i consumatori in termini di qualità e varietà dell’offerta televisiva”. (D.A. per NL)