In Italia la televisione fa semplicemente di tutto, proprio di tutto, con la collaborazione stretta dei suoi Editori e del mondo della Pubblicità riuniti in AUDITEL, per non avere, diciamo così, un solo telespettatore e/o una sola frazione di punto di rating in meno nella rappresentazione quotidiana della sua forza. Diciamo così. In realtà, la totale professionalizzazione del campione e lo strumento portatore per eccellenza di domanda di partecipazione nelle famiglie come il METER non lasciano proprio alcuna forma di dubbio razionale sul fatto che la misurazione della esposizione televisiva possa essere inferiore a quella reale. Non diciamo più di così. Bene. E la radio? Noi abbiamo appena documentato il più grande autogol di AUDIRADIO. Va benissimo cercare frontiere nuove e ancora più credibili nelle metodologie di rilevazione per fornire al mercato dati sempre più inoppugnabili e concreti. I diari sono uno sforzo, ancora certamente da “mettere a posto”, in tale direzione. Però… Credo si chiamasse Tafazzi quel personaggio che batteva colpi violentissimi sul suo basso ventre, per quanto imbottito. Ecco, l’autogol di AUDIRADIO richiama alla mente il miglior Tafazzi. Anzi, lo supera perché la protezione imbottita, in questo caso, manca completamente. Che grandissimo dolore! Mentre si cerca di migliorare la metodologia, si persegua anche l’obiettivo di evitare gratuite ed inutili amputazioni “tout court”, che realizzano danni incalcolabili senza alcuna forma di incremento della credibilità e dell’autorevolezza del mezzo. Si chiede troppo?"