Audiradio: lodevole iniziativa promuovere indagine. Molto meno mettere paletti successivi che hanno generato confusione tra gli operatori

indagine

L’opportuna iniziativa di Audiradio di promuovere la nuova indagine sull’ascolto radiofonico italiano attraverso uno spot istituzionale diffuso su tutte le stazioni iscritte alla rilevazione rischia di essere limitata nelle sue potenzialità a causa di paletti frapposti contro gli indimostrati effetti dell’autopromozione che, nel 2023, aveva condotto alle frizioni interne al precedente rilevatore, il Tavolo Editori Radio.
Ad aver tenuto banco in questa settimana è stato l’avvio della campagna di sensibilizzazione istituzionale di Audiradio, il joint industry committee che, da quest’anno, curerà la nuova indagine sull’ascolto radiofonico italiano in luogo dell’uscente TER, rilevazione affidata al media owner committee Tavolo Editori Radio, ribattezzato nel 2024 ERA (Editori Radiofonici Associati).

Audiradio

Cioè la società che partecipa al capitale di Audiradio insieme ad UPA (Utenti Pubblicità Associati) ed UNA (Aziende della Comunicazione Unite), le rappresentanze del mondo pubblicitario (investitori e centri media), che completano la filiera del comparto (quantomeno commerciale).

Gli obiettivi

Un ente incaricato, come si presenta sul proprio sito, “di guidare una rilevazione metodologica innovativa, capace di assicurare quel delicato equilibrio tra la necessità di dare continuità alla currency e l’esigenza di adottare una metrica che prenda atto dell’irreversibile processo di digitalizzazione dei media e dei conseguenti cambiamenti strutturali che si stanno determinando nei comportamenti di consumo e nelle modalità di fruizione dei contenuti multimediali”.

Il promo

Quindi, alla luce di tali intendimenti, quella della promozione della indagine 2025 è una iniziativa sacrosanta, volta a sensibilizzare un pubblico di interpellati sempre più refrattario a rispondere al telefono da numeri sconosciuti, bombardato quotidianamente com’è dai call center. Un intervento che Newslinet aveva numerose volte sollecitato.

Le coordinate per la programmazione

Il promo dell’indagine realizzato da Audiradio (quindi neutrale perché uguale per tutti), precisava un’email del 22/01/2025 della società, avrebbe dovuto essere diffuso dal 24 gennaio al 3 febbraio 2025 liberamente (senza imposizione di orari precisi e di collocazioni specifiche) – con una frequenza minima di 5 e massima di 10 passaggi al giorno, su tutte le emittenti radiofoniche iscritte all’indagine, così come contrattualmente previsto in sede di iscrizione alla rilevazione.

L’inciampo

Un apprezzabile intento che, però, è subito inciampato nel marasma determinato dalle linee guida emanate il giorno successivo (il 23/01/2025, ma a qualcuno giunte addirittura il 24…), quando ormai la stragrande parte delle emittenti aveva iniziato a programmare – con la discrezionalità consentita dalle prime indicazioni – lo spot istituzionale.

Il non spot

Uno spot che – si badi bene perché la questione è rilevante – però non è tale nell’accezione consuetudinaria (e giuridica) del termine, essendo dichiaratamente una comunicazione istituzionale, trasmessa gratuitamente per finalità informative ed interesse collettivo.

Agcom: il promo Audiradio non incide sull’affollamento pubblicitario

Al punto che è stato chiarito dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, non essere soggetto al cumulo pubblicitario ex D. Lgs. 208/2021.

Finalità

Perciò, come detto, non un comunicato commerciale.

Le linee guida

Sennonché – dicevamo -, a seguito del Consiglio di Audiradio del 23/01/2025 (il giorno dopo l’invio del comunicato), la società ha diffuso delle linee guida a mente delle quali la programmazione del radiocomunicato informativo avrebbe dovuto avvenire nei break pubblicitari ed il messaggio non avrebbe potuto essere preceduto o seguito da alcun jingle o promo che richiamasse in tutto o in parte il nome/claim dell’emittente radiofonica.

Il calcolo del cumulo

Ora, premesso che tra privati (come è il caso di specie), le “linee guida” assumono generalmente un carattere indicativo (sono di norma raccomandazioni o best practices) e possono acquisire una funzione quasi vincolante solo in alcuni contesti specifici (estremamente recintati) a seconda della loro natura e del quadro in cui vengono utilizzate (e non ci pare questa la fattispecie, considerato che al più possono dimostrare diligenza nel compimento di un’attività), come noto a tutti gli editori, la maggior parte dei playout delle emittenti conteggia il raggiungimento del cumulo pubblicitario attraverso la somma dei secondi che compongono il singolo cluster.

Inutile complicazione

E la sottrazione di un comunicato non commerciale inserito nel carosello diviene una complicazione estremamente rilevante per sistemi di contabilizzazione degli spot, che incide sulla catena produttiva/gestionale (fino all’anello finale della fatturazione).

La confusione

Di qui il manifestarsi di comportamenti in buona fede in contrasto con le raccomandazioni fornite da Audiradio, come nel caso di Radio RAI che ha diffuso il promo addirittura preceduto e seguito da propri station ID (che riportiamo sotto nel file audio).

Logica

Sia chiaro: come è naturale che fosse, considerato che, non trattandosi di uno spot pubblicitario, il comunicato avrebbe dovuto ragionevolmente trovare collocazione esterna ai cluster. Senza considerare che, comunque, ogni stazione ha il diritto di parlare al proprio pubblico nella forma che gli è più congeniale.

La corsa

Ovvia conseguenza della vicenda è stata che, giunta la 2^ comunicazione che ha stravolto la logica di collocazione, le emittenti che avevano già avviato la programmazione (praticamente tutte) hanno dovuto effettuare adeguamenti in corsa.

La questione rilevante

Ma se quella di indicazioni contrastanti tra le due comunicazioni inviate è certamente stata una disdicevole iniziativa, vi è qualcosa di più grave, perché ancora più rilevante.

Ingerenza nella programmazione

Ci riferiamo all’ingerenza nella programmazione di un’emittente da parte del rilevatore degli ascolti, con la pretesa di gestire anche la collocazione di jingles e station ID.

La premessa dubbia

Il tutto – ed è la circostanza più allarmante – sulla scorta di una fin qui indimostrata possibilità di condizionamento dell’indagine attraverso soluzioni di autopromozione.

Il nodo gordiano

Ricordiamo, infatti, che il dibattito scaturito all’indomani della decisione di giugno 2023 di TER di bloccare le attività promozionali delle emittenti per la risposta degli utenti agli intervistatori non aveva condotto a nulla di fatto: dell’indagine interna (asseritamente disposta dal Tavolo Editori Radio) non si è saputo nulla, nonostante più volte se ne fosse chiesto pubblicamente conto.

Renato Mannheimer, autopromozione? Pratica irrilevante a livello statistico

Al contrario, autorevoli sondaggisti come Renato Mannheimer (non un quisque de populo), hanno confermato l’incapacità di eventuali azioni di sollecitazione alla risposta di condizionare un’indagine CATI (che, semmai, ha altri problemi). Ad oggi, quindi, non c’è nessuna prova concreta che l’autopromozione possa aver influenzato i dati. Semmai, essa ha stimolato gli utenti a rispondere ai sondaggi, aumentando il riscontro (il che non è certo un male, anzi).

Silvestri (TER): nessun effetto alterante dell’autopromozione

Lo stesso presidente di TER Federico Silvestri, alla nostra domanda nell’intervista del 13/06/2023Quali potrebbero essere gli effetti alteranti dell’autopromozione?”, aveva risposto: “Allo stato direi nessuno. Perché non c’è nessun criterio oggettivo che ci porta a ritenere che ci sia stata alcun tipo di influenza sull’attuale indagine. E’ sicuramente un fenomeno che va mappato e monitorato. Non credo che nessuno abbia una conoscenza o dei dati oggettivi che ci portino a valutare addirittura gli eventuali effetti che si sarebbero dispiegati. Quindi è qualcosa da studiare. Ammesso che sia effettivamente un fenomeno”.

Divieto di autopromozione

Fatto sta che, pur in assenza di prove a suffragio della tesi controversa, Audiradio ha voluto adottare un approccio di cautela, imponendo, contrattualmente, il divieto di promozione della indagine e di ogni autopromozione che facesse riferimento alla indagine stessa ed alla rilevazione degli ascolti in genere, come previsto dall’accordo di adesione all’indagine.

Autopromozione

Ma come si qualifica l’autopromozione, secondo Audiradio?

Cosa si intende

Si tratta, spiega la società, di “attività e/o iniziative – anche se poste in essere da soggetti terzi ma comunque in favore della Richiedente e/o dell’Emittente – di diffusione di qualsiasi tipo di radiocomunicato e/o di utilizzo delle trasmissioni in palinsesto per menzionare/sollecitare l’interazione e/o la partecipazione del pubblico all’Indagine e/o comunque alle attività di rilevazione in corso durante l’Indagine”.

Rischio esclusione dall’indagine

Iniziative che, se attuate, “costituiscono comportamenti che legittimano la sospensione delle rilevazioni degli ascolti dell’emittente da parte di Audiradio S.r.l.”, come contrattualmente definito.

Compromesso

Ciò premesso ma non concesso, perché siamo tra coloro che – come Mannheimer – ritengono che non solo la sollecitazione sia ininfluente ed irrilevante per condizionare il posizionamento della singola emittente, posto il livello di campionamento della indagine specifica (e, come detto, al più utile ad incentivare la risposta al sondaggio), non possiamo non rilevare come la posizione assunta in extremis da Audiradio, un progetto nel quale questa testata ha confidato da subito per progettualità, autorevolezza e competenza degli organi apicali, abbia condotto ad un discutibile compromesso.

L’autolimitazione dell’efficacia

Una mediazione che, quasi certamente, limiterà l’efficacia dell’auspicato messaggio promozionale.

Capacità di condizionamento

Uno spot promozionale – anzi, un comunicato istituzionale – dell’indagine, infatti, non può avere la capacità di influenzare il pubblico per la presenza di un jingle prima o dopo o per la sua collocazione solitaria e quindi in maggiore evidenza (e quale sarebbe il problema?, viene da aggiungere).

Delle due, l’una

E, se questa capacità di condizionamento ce l’avesse, allora non dovrebbe essere trasmesso tout court.

Sociologi tubolari

Sennonché, come detto, nessuno, sin qui, è riuscito a dimostrare – al di là di farraginose argomentazione tubolarie – l’influenza dell’autopromozione sull’indagine.

Maggiore determinazione

Ecco, senza nulla togliere alla fiducia riposta nei propositi di Audiradio, forse sarebbe stata più opportuna una maggiore determinazione nel porre in essere una importantissima azione di promozione della indagine.

Le colpe dei padri

Non facendosi carico di responsabilità che, semmai, appartengono al predecessore.

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