Audiradio: analisi critica dell’ascolto delle superstation e delle maxiradio in tutta Italia

Le regole vincenti sono confermate: forte identità editoriale, frequenze robuste e numerose, brand chiaro e presenza sul territorio. Ecco chi sopravvive e prospera in un mercato sempre più definito


Analizziamo l’ascolto radiofonico locale (e superlocale) attraverso la verifica dei dati delle stazioni con più di 180.000 ascoltatori nel g.m., escludendo volutamente syndication e franchising (che esigono una ricostruzione dei dati raccolti sulle singole aree dall’istituto di rilevazione), ponendo i valori del 4° bimestre in relazione a quelli del 3° bimestre Audiradio (26 aprile/13 giugno).

Nel Nord, la più recente indagine sulla sintonizzazione dell’emittenza radiofonica italiana registra un’inversione di tendenza per la milanese Discoradio, che dopo un periodo nerissimo, durante il quale gli ascolti erano precipitati dai 700.000 utenti dei tempi della gestione Zibetti ai 293.000 dell’era Montefusco, ha ripreso a crescere, risalendo lentamente la china, toccando 339.000 teste ascoltanti nel giorno medio. Lontanissimo, tuttavia, appare il traguardo toccato un tempo, probabilmente anche in conseguenza di un’identità meno spiccata di quella precedente e di un parco frequenze decisamente meno performante ed ancora confuso. Continua crescita, invece, per la “radio che suona per natura”, Lifegate, che, grazie alla sua forte personalità, aumenta lo zoccolo duro, ora fissato a 190.000 ascoltatori (erano 177.000). Incessante consolidamento per la superstation lombarda Number One, che passa da 306.000 a 346.000 utenti: dotata di un reticolo di frequenze invidiabile e assolutamente ottimizzato, la stazione, a nostro avviso, potrebbe dare molto di più se i vertici decidessero di rischiare un poco, personalizzando maggiormente il format (allo stato ancora troppo sovrapposto a quello di una rete nazionale generalista). Analizzare a fondo la distribuzione provinciale dell’ascolto dovrebbe essere un’abitudine costante di ogni editore superlocale, considerato che essa risulta essere una scatola di dati preziosa, dai quali possono trarsi importanti suggerimenti, per conoscere il proprio pubblico, come fa da sempre Radio Popolare. Nessun problema, infatti, emerge da questa sessione Audiradio per la storica stazione di sinistra milanese, che, come al solito, appare fortemente fidelizzata, variando solo da 217.000 a 215.000 unità la sua platea. Ripresa, o meglio sostanziale tenuta, anche per la milanese Reporter, che si sposta da 198.000 a 202.000 utenti, confermando che il nuovo layout editoriale si è consolidato, permettendo una ripresa serena dello sviluppo dopo il recente turn-over artistico. Anche per la superstation bresciana Studio Più, fluttuante tra 180.000 e 183.000 ascoltatori, la costanza del prodotto editoriale evita scossoni preoccupanti. Ottima performance, invece, per la superstation Radio Zeta, che scatta da 660.000 a 740.000 ascolti, probabilmente grazie ad un passaggio di ascolti da Radio Italia Anni 60, che ha abbandonato diverse zone per favorire a livello frequenziale la nazionale Radio Italia. Nel Triveneto, invece, Radio 80 precipita da 234.000 a 196.000, pagando forse lo scotto di un mancato rinnovamento della formula, almeno nei dettagli (fare solo musica anni ’80 non significa non doversi rinnovare nella nicchia…). Radio Birikina crolla invece da 615.000 ascolti a 540.000, solo parzialmente compensati dalla crescita di Bellla & Monella passata da 214.000 a 255.000 utenti. A fronte di una lieve crescita di Company, che ora naviga con 491.000 sintonizzazioni (prima erano 482.000), spicca il miglioramento di Radio Padova, che, a dispetto del forte identificativo areale, si posizione a quota 198.000, segnando + 20.000 fedelissimi. Premiati gli importanti investimenti in frequenze dell’emiliana Radio Bruno, che decolla con 541.000 utenti, sensibilmente aumentati dai precedenti 481.000. Calo meritevole di riflessione per le romane Dimensione Suono Soft, con 377.000 utenti (contro i 392.000 del bimestre precedente) e Dimensione Suono Roma, che crolla a 391.000 dagli originari 452.000. Viceversa, riprende fiato la capitolina Globo, che varia da 244.000 a 259.000 il suo parco ascolti, mentre una brusca inversione (certamente fisiologica, per via dei contenuti sportivi) interessa Radio Radio, che muove da 201.000 a 174.000. Sempre a Roma, RAM Power tracolla da 274.000 a 218.000 gradimenti, laddove, al Sud, segnatamente a Napoli, Radio Ibiza si colloca a 396.000 utenti, in sensibile salita da 348.000. Radio Kiss Kiss Italia, della famiglia Niespolo (che già non ha esultato per il risultato della stazione nazionale di casa), cala di quasi centomila utenze, collocandosi a 498.000 (prima erano 589.000) con Kiss Kiss Napoli che con 309.000 chiude un bilancio negativo (due mesi prima erano 376.000), competendo con Radio Marte a 331.000, pure in preoccupante diminuzione (da 376.000). Sull’altra costa, in Puglia, Ciccio Riccio cresce da 209.000 a 273.000, rivelandosi però un competitore ancora timido per Norba, che passa da 507.000 a 584.000 (in questo caso l’editore, visti i risultati, dovrebbe azzardare forse di più nello sviluppo della rete distributiva del segnale in aree non già presidiate), nel tempo in cui, in Sicilia, Radio Giornale Sicilia resiste a 195.000 (prima erano 190.000).
Su tutti, irraggiungibile, regna Radio Subasio, che ormai rasenta i due milioni di ascoltatori (1.990.000, contro i precedenti 1.842.000), con numeri superiori a quelli delle nazionali Isoradio, Capital, RMC, Maria, m2o, Virgin e Radicale. Che errore, col senno di poi, che fecero nel 1994 i Settimi a rinunciare alla concessione nazionale: oggi, se tanto dà tanto, sarebbero probabilmente a 3 milioni di ascoltatori e più, con una distribuzione del segnale non limitata a 1/4 del territorio nazionale.

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