La Commissione UE ha pubblicato ieri il primo resoconto sull’applicazione del Geoblocking Regulation UE, in vigore dal dicembre 2018.
L’occasione è stata impiegata per anticipare misure di ulteriore allentamento, a causa del cambiamento di abitudini dei consumatori indotto dalla Pandemia.
No Geoblocking
Anche se non viene esplicitato chiaramente, l’obiettivo UE è anche quello di estendere il divieto di geoblocking per il consumo online (la doppia negazione non deve fuorviare: significa infatti consentire la fruizione senza restrizioni territoriali).
Nel merito della questione streaming, ricordiamo che, allo stato, sulla base del Regolamento 302/2018 è possibile accedere da un altro Stato Membro ai contenuti online a cui ci si è abbonati nel proprio Paese d’origine.
Ulteriore estensione del divieto di geoblocking
L’ulteriore estensione che la Commissione sta esaminando riguarda invece una possibile uniformazione dell’offerta all’interno dell’UE.
Come noto, il Regolamento 302/2018 vieta restrizioni geografiche (geoblocking) ingiustificate all’accesso ai servizi di e-commerce e streaming all’interno dell’UE.
Servizi online senza frontiere (UE)
La ratio della norma del 2018 era quella di eliminare le restrizioni geografiche nel commercio elettronico di beni e servizi all’interno dell’Unione Europea, così liberando l’e-commerce a livello comunitario. In definitiva, consentire ai cittadini europei di scegliere da quale piattaforma fare acquisti online senza essere bloccati o re-indirizzati. L’ulteriore estensione che la Commissione sta esaminando riguarda invece una possibile uniformazione dell’offerta all’interno dell’UE.
Metà dei consumatori sono a conoscenza delle regole di geoblocking
I risultati del rapporto mostrano che, a distanza di due anni, metà dei consumatori europei è a conoscenza delle regole del geoblocking UE.
Alcuni effetti positivi iniziali includono un migliore accesso transfrontaliero ai siti web e una registrazione più facile dei consumatori sui siti stranieri operanti nell’UE.
Covid-19 ha portato in evidenza la dipendenza dalle tecnologie digitali
Il commissario per il mercato interno Thierry Breton ha dichiarato: “La pandemia ha dimostrato fino a che punto ci affidiamo alle tecnologie digitali in tutti i paesi dell’UE e che l’accesso transfrontaliero a beni e servizi online dovrebbe essere privo di barriere o limitazioni per i consumatori europei, indipendentemente dalla loro luogo, residenza o nazionalità.
Piano d’azione per consentire all’industria di espandersi verso nuovo pubblico
Questa prima revisione del regolamento sul geoblocking mostra già i primi risultati positivi. Monitoreremo ulteriormente i suoi effetti e discuteremo con le parti interessate, in particolare nel contesto del piano d’azione per i media e gli audiovisivi per garantire che l’industria possa espandersi e raggiungere un nuovo pubblico e che i consumatori possano godere appieno della diversità di beni e servizi nei diversi paesi. Stati membri dell’UE“.
Potenziale impatto dell’estensione dell’ambito di applicazione del Regolamento
La relazione esamina il potenziale impatto per i consumatori dell’estensione dell’ambito di applicazione del regolamento per l’accesso transfrontaliero a contenuti protetti da copyright come produzioni video, musica, e-book o videogiochi per rispondere alla domanda, anche da parte di persone che vivono in regioni di confine e minoranze.
Per valutare ulteriormente il potenziale impatto del regolamento sul settore audiovisivo, la Commissione avvierà un dialogo con le parti interessate per esplorare modi concreti per promuovere la circolazione e l’accesso dei consumatori a contenuti di qualità in tutta l’UE.
Sensibilizzazione sui controlli
La Commissione continuerà inoltre a sensibilizzare, in particolare attraverso i Centri europei dei consumatori, a monitorarne l’attuazione tramite il Consumer Protection Cooperation Network, tenendo conto dell’impatto di altre misure del mercato interno, come l’IVA transfrontaliera e le nuove norme sui contratti digitali. (E.G. per NL)