Karl Zuk: ciò che una volta si chiamava Radio ora è Audio. La radiofrequenza è stata sostituita dal web, ma il contenuto è lo stesso.
Gli editori devono pianificare le sfide future: le torri, le apparecchiature di trasmissione e gli impianti di produzione stanno diventando obsoleti e poco pratici. Il sistema distributivo divora capitali e profitti.
Il pubblico è sempre più in sintonia con lo streaming multimediale.
Nonostante la radio AM sia stata rimossa dalla Tesla Model 3, la user experience attraverso TuneIn è più esaltante che mai.
Le modalità di ricerca in mezzo a 100.000 stazioni sono facilitate dai moniker.
Qualsiasi audiofilo può apprezzare una user experience come quella attuale, che contempla anche i feed audio delle più importanti emittenti tv di informazione.
Lo streaming sta rapidamente diventando lo standard di distribuzione per i media audio e video.
Il nuovo modello di business richiede che i fornitori di contenuti realizzino prodotti essenziali quanto efficaci, operazioni snelle ed efficienti.
E’ necessario essere economicamente competitivi e seguire un modello finanziario rigoroso: è una questione di sopravvivenza.
Conversione da AM a streaming
Sta creando un interessante dibattito un articolo dell’ingegnere broadcast Karl Zuk – storico sostenitore della radio AM – per RadioWorld, in cui l’autore (NB: stiamo parlando di un tecnico della vecchia scuola, non di una nuova leva), si esprime in maniera estremamente favorevole verso la scelta di Tesla di dividere la somministrazione di fonti audio attraverso il suo sistema di car entertainment in due direttrici, entrambe streaming.
Radio lineare IP e audio on demand
Nella specie, da una parte TuneIn come aggregatore di flussi streaming radiofonici per la componente lineare (live radio) e Spotify ed Apple Music per quella on demand (podcast e playlist musicali verticali).
Quel che ci fa piacere, è che Karl Zuk ribadisce proprio tutte quelle tendenze che NL sta mettendo in luce da diversi anni e che ultimamente sono state recepite da superplayer come RAI.
Dalla Radio all’Audio
“Ciò che una volta si chiamava Radio ora viene chiamato Audio“, introduce il tema Zuk, sottolineando come “la radiofrequenza viene sostituita da internet” e “cambia il metodo di somministrazione, ma il contenuto è lo stesso”.
Amo l’AM, ma non ne sento la mancanza
Karl Zuk, che si professa amante delle radio in AM, osserva come pur ritenendo che “la scomparsa delle onde medie fosse prematura”, nonostante “il ricevitore via etere sia stato rimosso dalla mia Tesla Model 3, la mia AM user experience è più esaltante che mai, considerato che tutte le stazioni che ricevevo in onde medie sono comunque disponibili, insieme ad altre che prima non potevo ricevere”.
La somministrazione radiofonica di TuneIn
“L’app TuneIn integrata nella Tesla elenca le mie stazioni AM locali, catalogate con i dettagli di formato e posizione. La distribuzione via Internet è più economica e robusta: non soffre l’elettricità statica e il rumore ed ha una qualità audio ovviamente superiore”.
A volte ritornano
“Dopo il ritorno delle 250 stazioni del gruppo Audacy (che su richiesta della società editrice erano state rimosse, ndr), l’offerta dell’aggregatore TuneIn è completa”, osserva Karl Zuk.
I moniker
“Interessanti alcune strategie, come i moniker (quelli che su NL avevamo chiamato identificativi alias), per facilitare la ricerca in mezzo a 100.000 stazioni. Ad esempio CFRB 1010 Toronto è richiamabile solo come Newstalk 1010.
Presenti anche i feed tv audio
L’offerta di TuneIn include anche feed audio TV tra cui ABC News, CNN, MSNBC, CNBC, Fox News, NBC News Now, SkyNews, WSJ Radio, CBS News, Bloomberg Radio, AP News e Newsmax.
Autoradio formati loghi evidenti
Tesla non sta cancellando 100 anni di storia della radio: ci sta conducendo verso un futuro ricco di possibilità, fedeltà e divertimento. Qualsiasi audiofilo può apprezzare una user experience come quella attuale. E non riesco nemmeno ad immaginare cosa seguirà.
Fornitori di contenuti snelli e modelli competitivi
Lo streaming sta rapidamente diventando lo standard di distribuzione per i media audio e video. Il nuovo modello di business richiede che i fornitori di contenuti realizzino prodotti essenziali quanto efficaci, operazioni snelle ed efficienti. E’ necessario essere economicamente competitivi e seguire un modello finanziario rigoroso: è una questione di sopravvivenza.
Disinvestire dal mondo fisico
Gli editori di oggi devono pianificare le sfide future, disinvestendo dal mondo fisico riducendo i costi. Credo che le alte torri d’acciaio, le costose apparecchiature di trasmissione e i complessi impianti di produzione stiano diventando obsoleti e poco pratici. Il sistema distributivo divora capitali e profitti. La dipendenza dalle syndacation delle stazioni locali non ha più senso. Il pubblico è sempre più in sintonia con lo streaming multimediale.
Automotive ricettiva
Anche i sistemi multimediali e di intrattenimento automobilistico devono adattarsi per soddisfare l’esigenza del pubblico e fornire questo tipo di programmazione. Le reti di distribuzione Internet wireless stanno diventando sempre più sofisticate e capillari.
IP può solo migliorare
La portata dell’offerta IP potrà solo migliorare. L’esperienza dimostra quanto può essere affidabile la ricezione in streaming”, conclude Zuk.
90 ore all’anno per la ricerca di un contenuto audio
Ma è importante anche caratterizzarsi come offerta e favorire ogni soluzione di rintracciabilità (nell’offerta stessa): un recente sondaggio ha accertato che i telespettatori trascorrono in media 45 ore all’anno alla ricerca di un programma da guardare. E il tempo per la ricerca di contenuti audio potrebbe essere addirittura il doppio. (M.R. per NL)