Il 12/11/2020 Ipsos ha presentato i dati relativi alla seconda edizione della ricerca “Ipsos Digital Audio Survey”, che annualmente rileva ascolto e modalità di fruizione di tutte le forme di Digital Audio.
Attenzione ai podcast
Quest’anno Ipsos si è concentrato sull’andamento dei podcast nel nostro Paese.
Infatti, dopo essere stato per anni considerato un fenomeno di nicchia, il podcast sta prendendo parte sempre più alle nostri abitudini d’ascolto.
Il podcast, un format in piena salute
“La seconda edizione della nostra indagine conferma le potenzialità del format podcast, che vede allargarsi la base utenti e raggiunge sempre più target giovani e target istruiti e curiosi. […] Il podcast ci sembra quindi un format in piena salute, e gli utenti sembrano familiarizzare in modo organico con i modelli fruitivi che è in grado di attivare.
La sfida, per proseguire la crescita, è mantenere la stessa capacità di attrazione e nitidezza di immagine mano a mano che si agganciano utenti nuovi, magari meno autonomi e esplorativi rispetto al core target”, hanno così dichiarato Nora Schmitz, Leader Audience Measurement Ipsos, e Claudia d’Ippolito, Senior Researcher in Media Development.
8,5 mln di utenti nell’ultimo mese
L’indagine ha rilevato che gli ascoltatori di podcast hanno raggiunto il 30% della popolazione tra i 16 e i 60 anni (+4% sul 2019). Ciò significa che circa 8,5 mln di individui hanno ascoltato almeno un podcast nell’ultimo mese.
Gli ascoltatori di podcast – su un campione di 2300 persone – sono per la maggior parte giovani (52% di under 35), studenti (19% di studenti), laureati (22% di laureati) e professionisti (10%).
La doppia natura dei podcast
La ricerca di Ipsos prende in considerazione i cosiddetti podcast puri, quindi contenuti audio disponibili via internet, fruibili attraverso lo streaming ma – una volta scaricati – anche ascoltabili offline.
A causa di questa loro doppia natura, ottenere dati certi e un calcolo sicuro dell’audience non è sempre facile, inoltre non tutte le piattaforme di distribuzione condividono informazioni relative ai propri utenti e alle loro abitudini.
I dispositivi e i luoghi preferiti
Lo smartphone si conferma come dispositivo preferito per l’ascolto dei podcast con il 78% (+2% sul 2019), segue poi il computer con il 45% (-4%), i tablet con il 27% (-5%) e la smart tv con il 16% (-4%). All’ultimo posto, ma con una significativa crescita (+6%), troviamo infine gli smart speakers con il 15%.
Per quanto riguarda i luoghi elettivi per l’ascolto la casa domina con l’80% (+2% sul 2019). Al secondo posto troviamo l’auto con il 29% (-1%), seguita dalla fruizione per strada/ camminando con il 27% (+2%), dai mezzi di trasporto con il 21% (-5%, dovuto al lockdown) e infine dall’ascolto al lavoro con il 13% (-3%).
In che modo vengono ascoltati i podcast?
Relativamente alle diverse tipologie d’ascolto, il 77% degli utenti usufruisce dei podcast in modalità multitasking, ovvero facendo qualcos’altro, mentre il 12% si rilassa in questo modo. Nonostante conti solo per l’11%, la quota di ascoltatori che segue il contenuto senza distrazioni di nessun genere è quasi raddoppiata (6% nel 2019).
A proposito, invece, del comportamento sui contenuti, il 61% degli utenti ascolta l’intera durata di un podcast mentre il 30% spegne prima della fine.
Il rapporto con la pubblicità
Il 69% degli ascoltatori ricorda di aver sentito messaggi pubblicitari abbinati ai podcast, mentre il 49% ricorda di aver in seguito cercato, parlato o acquistato brand/prodotti/servizi pubblicizzati.
Questi sono dati rilevanti per questo settore, in quanto oggi il modello di business dei podcast sulle piattaforme più usate è quasi interamente basato sulla raccolta pubblicitaria.
A questo proposito Nora Schmitz e Claudia D’Ippolito hanno, così, concluso: “La sua natura ‘pull’, di contenuto che l’utente ricerca attivamente sulla base dei propri interessi conferisce al podcast un appeal pubblicitario che viene confermato dai livelli elevati di ricordo dei brand pubblicizzati (69%)”. (N.S. per NL)