È ufficiale: come anticipato da questo periodico qualche tempo fa, Sky nei primi giorni di luglio lancerà il suo personale sistema di misurazione dell’audience, tarato su un campione di 10 mila famiglie abbonate (rispetto alle mille del campione Auditel).
La premessa è che circa il 90% dei ricavi di Sky arriva dagli abbonamenti, il resto dalla pubblicità; il 60% degli abbonati ha un decoder MySky (che permette di gestire tempi e flussi della programmazione), oltre 2 milioni (su 4,75 milioni di abbonati) usano SkyGo e un milione i servizi on Demand. Per una tv a pagamento l’affidabilità dei dati di ascolto è fondamentale per definire la linea editoriale: e a quanto pare le vecchie rilevazioni iniziano a andare un po’ strette e a non bastare più alla pay tv di Rupert Murdoch. Da qui l’idea di inventarsi qualcosa di nuovo e personalizzato. Niente lotte né conflitti in vista però – almeno per ora – tra Auditel e Sky Italia: se è vero che lo Smart Panel lavorerà su un campione più ampio e più preciso, misurando anche la visione dei programmi di Sky Go, Sky on Demand e Sky Online, i vertici non hanno tardato a far sapere la loro intenzione di collaborare con la società diretta da Walter Pancini (il set-top-box sarebbe dunque uno strumento integrativo e non alternativo). “Appena avremo dati organici, li presenteremo in primis ad Auditel in comitato tecnico, poiché il nostro scopo è quello di migliorare l’indagine Auditel, integrarla, collaborando con loro in questa direzione. Non vogliamo in alcun modo sostituirla, anche perché Smart Panel indaga solo l’universo degli abbonati Sky, e si occupa delle famiglie e non degli individui” ha spiegato Andrea Mezzasalma, head of audience research and insights di Sky, nonché membro del comitato tecnico di Auditel, aggiungendo “non è ancora deciso se e quando questi dati verranno condivisi con i centri media e quindi con gli investitori pubblicitari. I centri media comunque ci hanno chiesto i dati”. Niente divorzi da Auditel quindi: lo Smart Panel servirà a Sky per perfezionare l’offerta dei contenuti e della programmazione e aggiustare il tiro in base alle preferenze degli abbonati. Con i dati rilevati sarà più semplice e immediato capire quali canali meritano di stare sulla piattaforma e quali invece vanno eliminati, quali format funzionano e quali al contrario non attirano il pubblico: va da sé che questa strategia permetterebbe di ottimizzare i costi, evitando inutili sprechi, nonché di fornire al mercato pubblicitario rilevazioni più precise delle audience. Mezzasalma ha poi illustrato alcuni esempi “Nel caso della serie tv "House of Card", il grafico Auditel mostra un calo contenuto tra prima e seconda puntata e poi un crollo alla terza. La stessa rilevazione fatta da Smart Panel indica invece una curva più armonica, con una dispersione minore. Un dato molto più simile a quello che ci saremmo potuti aspettare da una serie come questa. C’è poi la pubblicità: dai dati Auditel risulterebbe che su 100 spot sui canali Sky e Fox, 39 non sarebbero visti da nessuno e questo ci dà grossi problemi con i clienti. Con Smart Panel gli "spot zero" scendono a 8”. Sky da sempre ha mostrato e fatto prevalere la sua indole a stare al passo con i tempi e con i consumi tipici dell’era digitale: non deve quindi stupire l’introduzione dello Smart Panel, necessità interna della società, che potrebbe smuovere le acque e spingere anche Auditel verso una futura modernizzazione nella rilevazione dei dati. (V.R. per NL)