Lettera telematica di notizie diffusa tramite www.odg.mi.it e diretta da Franco Abruzzo
Il carcere, però, resta, comunque, per tutti quei giornalisti che metteranno in pagina informazioni raccolte illecitamente: da sei mesi a quattro anni.
Il Garante per la privacy dovrà intervenire e ordinare, a spese dei responsabili, la pubblicazione dell’ordinanza che accerta l’illecito commesso dal cronista su uno o più mezzi di informazione. L’ordinanza dovrà poi essere trasmessa anche all’Ordine dei giornalisti, che potrà disporre le sanzioni disciplinari del caso.
Roma, 17 aprile 2007. Aumentano le sanzioni per i giornalisti ma, per chi pubblichera’ atti vietati, non scattera’ il carcere. Controlli piu’ severi da parte della Corte dei Conti sulla gestione amministrativa delle intercettazioni. Sono queste le novità principali introdotte nel disegno di legge messo a punto dal ministro della Giustizia Clemente Mastella e approvato oggi dalla Camera praticamente all’unanimita’: 447 si’, 7 astenuti, nessun voto contrario.
AUMENTANO DIVIETI E SANZIONI – Sarà sempre piu’ difficile pubblicare sui giornali i contenuti delle intercettazioni. Il testo, che passa ora all’esame del Senato, vieta infatti la pubblicazione, anche parziale o riassunta, di tutti gli atti di indagine, almeno fino all’inizio del processo. E questo vale anche per le intercettazioni in generale, per i flussi telematici e per il traffico telefonico. Non sara’ possibile neanche sintetizzarne il contenuto. Vietatissima anche la pubblicazione di tutte le parti di ordinanza di custodia cautelare che riportano il contenuto delle telefonate intercettate e delle intercettazioni che riguardano persone estranee ai fatti del processo o che, comunque, risultano irrilevanti ai fini del procedimento. Oltre ai divieti, aumentano anche le multe per i cronisti. Quelli che pubblicheranno atti vietati rischieranno l’arresto fino a 30 g iorni o l’ammenda da 10 mila a 100 mila euro. La norma attuale del codice penale (art. 684) prevede invece l’ammenda da 51 a 258 euro. Il carcere però resta comunque per tutti quei giornalisti che metteranno in pagina informazioni raccolte illecitamente: da sei mesi a quattro anni.
I POTERI DEL GARANTE – I poli hanno discusso a lungo su questo. Alla fine l’ha spuntata la Cdl: il Garante per la privacy dovrà intervenire e ordinare, a spese dei responsabili, la pubblicazione dell’ordinanza che accerta l’illecito commesso dal cronista su uno o più mezzi di informazione. L’ordinanza dovrà poi essere trasmessa anche all’Ordine dei giornalisti, che potrà disporre le sanzioni disciplinari del caso.
VIETATI ANCHE I DOSSIER – Ogni notizia raccolta illecitamente non potrà essere pubblicata e dovrà essere conservata in un archivio riservato per venire poi distrutta dopo cinque anni. Se pero’ questo materiale verra’ acquisito ad un procedimento penale per la distruzione si dovra’ aspettare o la sentenza definitiva, o la prescrizione del reato. Il carcere per chi detiene questa documentazione illecita potra’ andare da sei mesi a quattro anni. Responsabile dell’ archivio segreto sara’ il procuratore capo o un suo delegato.
SI RIDUCONO I CENTRI DI ASCOLTO – I centri d’ascolto saranno ridotti drasticamente dagli attuali 163 a 26: uno per ogni distretto di corte d’Appello. Il ministro della Giustizia dovra’ determinare una sorta di canone annuo per rimborsare i gestori che fanno fronte alle richieste di intercettazioni e di tabulati sul traffico telefonico. Ogni procura, infine, entro il 31 marzo, dovra’ inviare al Guardasigilli una relazione sulle spese sostenute sul fronte delle intercettazioni, che dovra’ essere trasmessa alla Corte dei Conti per il controllo sulla gestione amministrativa. La magistratura contabile, cioe’, potra’ dire la sua su eventuali spese folli o inopportune. Ma non potra’ entrare nel merito delle decisioni. (ANSA).
DEL BOCA (CNOG): PREOCCUPATI PER AUMENTO SANZIONI
Roma, 17 aprile 2007. Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti esprime in una nota ”la propria preoccupazione per l’aumento delle sanzioni penali o pecuniarie attualmente previste per i cronisti che pubblicano stralci di intercettazioni non coperte da segreto istruttorio”. ”La minaccia del carcere per i giornalisti che fanno il loro mestiere, quello di adempiere al diritto-dovere di informare, significa tornare indietro di un decennio”, dice il Presidente dell’Ordine, Lorenzo Del Boca, ribadendo che ”i giornalisti sanno che non possono scrivere tutto perche’ non tutto si puo’ dire. Ma si tratta di una decisione affidabile soltanto all’autodisciplina professionale”. ”Se il Parlamento – conclude Del Boca – ha a cuore l’informazione sa bene che i problemi sono altri”. (ANSA). COM-MAJ 17-APR-07 19:41
NO SECCO E DECISO DELLA FNSI
Roma, 17 aprile 2007. ”Non condividiamo l’inasprimento delle sanzioni per i giornalisti introdotto con un emendamento del Governo al disegno di legge sulle intercettazioni. Un emendamento che sembra rappresentare una mediazione tra maggioranza ed opposizione e che si aggiunge a quanto gia’ deciso: il prolungamento della fase di secretazione degli atti processuali”. Lo afferma, in una nota, il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi. “Nonostante sia stata battuta la linea dura delle minoranze, il provvedimento passa ora al Senato con un taglio repressivo. Chiediamo di poter esprimere al Parlamento e al Ministro della Giustizia la contrarieta’ del Sindacato dei giornalisti per un provvedimento che espropria l’organo di autogoverno deontologico della categoria, l’Ordine dei giornalisti, dei suoi poteri sanzionatori”, conclude Serventi Lo nghi.
INTERCETTAZIONI. GAMBESCIA: ECCO PERCHE’ E’ UNA BUONA LEGGE.
Roma, 17 aprile 2007. “Una buona legge” che “tutela gli atti processuali e la privacy delle persone, senza introdurre un nuovo reato per i giornalisti, e cioe’ il carcere”. E’ il commento del deputato ulivista ed ex direttore, Paolo Gambescia, all’approvazione alla Camera del ddl intercettazioni. Per Gambescia, il lavoro dei gruppi in commissione Giustizia a Montecitorio, “in continuo confronto con il Governo”, e’ stato “proficuo, visto il voto all’unanimita’ dell’Aula”. Il testo, aggiunge l’ex direttore, e’ “stato corretto rispetto al documento originale tenendo conto delle osservazioni di tutti i gruppi parlamentari, mantenendo pero’ ferme le tre esigenze che per noi andavano tutelate: continuare a permettere l’uso delle intercettazioni ai magistrati ma con un controllo contro gli abusi, la protezione degli atti attraverso la responsabilizzazione del procuratore ca po e- continua- la protezione della privacy di persone terze estranee ai fatti attraverso lo stralcio delle intercettazioni che le riguardano”. Inoltre, sottolinea Gambescia, la maggiorazione della pena pecuniaria per i giornali che non rispettano le norme “non e’ una punizione, ma un atto necessario a proteggere la privacy delle persone nel caso ci siano giornalisti che superano tutte le ‘barriere’ previste dal provvedimento sulla tutela degli atti processuali”. Infine, dice il deputato dell’Ulivo, “non si introduce un nuovo reato, perche’ il carcere per i giornalisti non e’ previsto”. (Mar/ Dire) 19:18 17-04-07
INTERCETTAZIONI: MANTINI, PIU’ DIRITTI E MENO FANGOPOLI
Roma, 17 aprile 2007. ”Abbiamo ora una migliore tutela della privacy, un piu’ moderno equilibrio tra azione penale e diritto di cronaca, forse anche meno occasioni per morbosita’ nazionali, complotti, dossieraggi e ‘fangopoli”’: lo afferma Pierluigi Mantini dell’Ulivo a proposito del si’ della Camera al ddl sulle intercettazioni. ”Anche il controllo della Corte dei Conti sugli eventuali abusi nei costi delle intercettazioni – aggiunge – e’ un fatto positivo. E’ chiaro che occorre anche una cultura nuova e piu’ responsabile nei protagonisti dell’informazione”.(ANSA). COM-PAE 17-APR-07 19:48