Si è tenuta ieri a Roma, presso l’Hotel Nazionale in Piazza Montecitorio, la conferenza stampa indetta da CARTv (Coordinamento Associazioni Radio e Tv private) per celebrare il 35° anniversario della sentenza 202/1976 della Corte Costituzionale che liberalizzava le Tv libere in Italia.
Per piccoli imprenditori e reti indipendenti si tratta di una ricorrenza più che mai funesta: la maggior parte di loro si prepara a chiudere. Dipendenti per strada, indennizzi risibili, il monopolio come muro insormontabile per le reti locali, libertà di mercato pari allo zero. La vendita forzata delle frequenze dal 61 al 69 UHF occupata dalle Tv locali suona come la condanna a morte di tutto ciò che risulta fuori dai grandi monopoli di Sky, Mediaset e Rai. Dopo una breve introduzione del portavoce di CARTv, Antonio Parisi, la conferenza prosegue con l’intervento di Antonio Borghesi (Idv), il quale conferma che il partito è "Solidale alla protesta" e garantisce "il massimo dell’ascolto perchè per garantire l’informazione ai cittadini è necessaria mantenere la pluralità delle voci in campo". La cosa più sorprendente, ribatte Antonio Diomede, Presidente REA, è che "il Capo dello Stato continua a firmare decreti che calpestano i nostri diritti". "Le autorità competenti – prosegue Diomede – non sono affidabili e Catricalà e Calabrò sono funzionali ad un sistema che appoggia diritti incostituzionali". Una denuncia pronunciata ad alta voce, cui fa eco l’analisi di Costantino Federico, Presidente di Telecapri e attualmente unico editore nazionale indipendente (con Retecapri). Tra le varie criticità individuate e ribadite all’interno di questo mercato, Costantino pone l’accento in particolar modo sulla libertà di mercato per i programmi e l’informazione. "In italia, come noto, accade qualcosa che negli altri Paesi non può succedere" prosegue Costantino: è il caso esemplare delle library, cioè l’acquisizione dei diritti di film e/o format di ogni genere in perpetuo, così da impedirne lo sfruttamento altrui. Un problema di frequenze quanto di trasmissioni, di carattere economico quanto logistico, come dimostra la questione dei ripetitori. Un quadro che penalizza, stando alle dichiarazioni di Giacomo Bucchi (Responsabile Crtl – Comitato Radio e Tv Locali), esclusivamente i piccoli o giovani imprenditori, stronca l’informazione indipendente e crea un danno economico di proporzioni incalcolabili. Una situazione "di impossibile sfogo democratico, di dittatura assoluta". "Aspettiamo il bando – conclude Bucchi – e ricorreremo in tutti i modi. Le frequenze noi non le molliamo". Il CARTv pertanto presenterà al Capo dello Stato un appello rilevando l’incostituzionalità del provvedimento del Governo il quale contiene possibili "ricadute negative sull’ambiente e sulla salute umana in previsine di un sensibile aumento del numero delle torri telefoniche dalle quali verranno trasmesse sulla testa dei cittadini livelli di elettrsmog dieci volte superiori rispetto alla norma attuale", precisa Parisi. La conferenza di oggi non è che la conferma ufficiale di una battaglia che almeno 200 tv locali promettono di combattere fino alla fine. (fonte Agenparl.it)