La comunicazione ha bisogno del silenzio, almeno quanto della parola. In una società in cui tutti parlano, tutti tentano di esprimersi sovrapponendo la propria voce a quella degli altri e in cui gli stimoli dei soggetti emittenti si moltiplicano spesso senza raggiungere i destinatari del messaggio il rischio dell’incomunicabilità cresce a dismisura.
Perché la comunicazione vada a segno c’è bisogno di ascolto, riflessione e solo successivamente di una risposta. In una parola, c’è bisogno di silenzio. Anche il silenzio è messaggio. Il silenzio è una pausa significante nel processo comunicazionale. Consente di ascoltare. L’ascolto è l’elemento più importante nello scambio comunicazionale, vero "file recorder" del Logos, stanza di compensazione tra le "emergenze" quotidiane, le identità messe in discussione e le risposte comunicazionali alla complessità. Saper ascoltare consente di mettere insieme i dati necessari a poter comunicare. Da queste considerazioni si sviluppa il ragionamento del sociologo Mauro Miccio, che a quattro anni di distanza dal precedente volume (Il Messaggio Narciso), con "Ascoltare il silenzio", mette a disposizione degli studenti un nuovo manuale di sociologia della comunicazione. Nel testo vengono esposti e analizzati i principali aspetti della materia, dalle teorie e dai modelli di comunicazione delineati nel Novecento alla svolta che le applicazioni del web hanno impresso a dinamiche sociali consolidate nel tempo. Il volume contiene anche una serie di focus , curati da Francesco Lener, Giovanni Lombardo, Sara Dabbag, Gessica Condoluci, Federico Bertucci, Lidia Begnini e Armando Roncaglia. Edito da Franco Angeli (www.francoangeli.it), il testo è in vendita ad euro 23.00. (M.L. per NL)