Aridaje: si torna a parlare di spegnimento della FM

spegnimento, FM

Ci sarebbero delle correnti istituzionali che vorrebbero legare lo sviluppo della radio digitale via etere (DAB+) alla dismissione della FM, quand’anche limitatamente ai diffusori interferenti, quindi prevalentemente sull’area adriatica.

Lo spettro (non in senso radioelettrico) della pianificazione o del refarming della banda FM (attraverso l’epurazione delle frequenze incompatibili con gli stati esteri, in particolare Croazia e Slovenia) si agita periodicamente da circa due anni.

Non è pensabile abbandonare in breve tempo la modulazione di frequenza

“L’innovazione è una sfida che vede in prima linea gli operatori ma nessuno può immaginare che la radiofonia possa abbandonare in breve tempo la struttura portante e attuale di radiodiffusione rappresentata oggi dall’FM”, è l’allarme lanciato oggi da Confindustria Radio Televisioni, che, “con tutto il suo sistema associativo delle radio nazionali e locali, registra con preoccupazione e forte disappunto la ripresa, in questi giorni, di voci più o meno accreditate (che NL aveva anticipato, ndr) che vedrebbero in corso operazioni preliminari per avviare un processo di dismissione dell’analogico a tappe forzate fuori dalla realtà dei fatti”.

Prima lo sviluppo del DAB, poi la eventuale sostituzione della FM

“Una traumatica sostituzione dell’FM non è possibile senza un equilibrato e concreto sviluppo del processo di digitalizzazione in cui sarà centrale il DAB”, continua l’ente esponenziale.

Croazia e Slovenia fanno pressioni?

“Le pressioni dei Paesi confinanti non possono condizionare le scelte dell’Italia, che ha il dovere di salvaguardare innanzitutto gli utenti – che da un processo di dismissioni inattuali sarebbero tagliati fuori dall’accesso all’ascolto della propria radio – nonché il patrimonio industriale, fatto di informazione, pluralismo, creatività, occupazione, concorrenza e investimenti.

Senza FM il sistema radiofonico collasserebbe

L’FM ad oggi è la struttura portante e ancora irrinunciabile del sistema e non può essere abbandonato di impulso, perché la radiodiffusione sonora in tecnica analogica rappresenta ancora oggi il vero mercato del sistema. Eventuali interventi in senso contrario metterebbero a rischio anche la continuità aziendale di un settore che fattura 650 milioni di ricavi e occupa 3000 dipendenti diretti.

Semplificare lo sviluppo del DAB piuttosto che pensare allo spegnimento della FM

Confindustria Radio Televisioni ritiene, invece, indispensabile la semplificazione e l’accelerazione del rilascio delle autorizzazioni per l’attivazione degli impianti in attuazione del Piano Nazionale delle Frequenze (PNAF) in modalità digitale DAB.

Multipiattaforma non è una opportunità, ma una necessità. E la FM ne è componente essenziale

Le imprese hanno già investito e sono impegnate in reti, tecnologie e contenuti ma è necessario assicurare nel frattempo la presenza del mezzo radiofonico su tutte le piattaforme di trasmissione perché nessuno sia lasciato indietro.

Cooperazione, non ostilità

Confindustria Radio Televisioni per questo ha chiesto al Ministero delle Imprese (MIMIT) una nuova stagione di relazioni istituzionali e pratiche, in un’ottica di proficua cooperazione e non di ostilità anche con le direzioni generali del Ministero”, conclude il sindacato.

Pessimisti

Speriamo che l’appello di Confindustria Radio Tv sia raccolto. Ma siamo piuttosto pessimisti a riguardo.

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