Arieggiare l’ipotesi che un’inefficiente azienda pubblica, da sempre sul groppone dei cittadini, potesse essere ceduta ai privati è stato come battere un nido di vespe col bacchio.
La RAI non si tocca! La libertà d’informazione (?) è sacrosanta e non ha prezzo. La concessionaria pubblica non è la ERT greca: è malata, ma non in maniera incurabile. E via via, con le tesi tarlate dei patrocinatori ad oltranza dell’indifendibile. Perché, onestamente, non si capisce quale sarebbe il pregiudizio per i cittadini nell’avere una RAI privata la cui esistenza sia determinata dalla autonoma capacità di esistere e resistere in un libero mercato. Come tutte le imprese private.