"La TV analogica si spegne. Sky accende una nuova visione", questo lo slogan lanciato dalla pay tv di Murdoch nella primavera scorsa nelle regioni nelle quali era in corso lo switch-over analogico-digitale. Il claim, diffuso a marzo in punti vendita della grande distribuzione e di materiale elettronico, in Piemonte, Liguria, Veneto e Lazio, mirava a promuovere l’abbonamento a Sky stimolando il pubblico in occasione del passaggio del sistema televisivo dall’analogico al digitale con tanto di logo della Regione interessata, dunque facendo ritenere che questa avesse un qualche ruolo istituzionale nella promozione. La campagna della tv a pagamento, fu segnalata come ingannevole dall’Associazione per lo Sviluppo del Digitale Terrestre (DGTVi) e da Adiconsum ed è stata ora censurata dall’Antitrust come pratica commerciale scorretta con 150 mila euro di sanzione. L’Antitrust nel bollettino odierno, ha evidenziato come l’azione promozionale della pay tv intendesse promuovere la sottoscrizione di abbonamenti in occasione del passaggio dalla tv analogica a quella digitale. Ma il claim e il messaggio, ha sottolineato l’Autorità garante della concorrenza e del mercato nel suo provvedimento, tendevano a proporre Sky come il soggetto in grado di garantire l’offerta tv più ampia offrendo l’abbonamento alla pat tv come la soluzione per vedere tutti i canali tv tradizionali. Si legge del bollettino dell’Agcm: "Inoltre, l’esibizione del logo delle regioni interessate potrebbe far ritenere che il professionista abbia ottenuto una speciale autorizzazione da parte delle stesse avvalorando in questo modo nei consumatori l’idea di un particolare ruolo assunto da Sky in tale fase di transizione del segnale televisivo". L’aggancio del consumatore, spiega l’Autorità nel proprio provvedimento rilanciato dalle principali associazioni di consumatori, si verificava sottointendendo che solo con Sky si potesse continuare a vedere l’offerta tradizionale ("Per fortuna c’è Sky") e connotando negativamente lo spegnimento del segnale analogico. Non rilevava a tutela del consumatore la buona informazione istituzionale: "La circostanza che il passaggio al digitale terrestre sia stato accompagnato da un’ampia informazione da parte delle istituzioni preposte, da imprese operanti nel settore televisivo, oltre che da alcune associazioni di imprese e di consumatori non è elemento idoneo ad escludere la scorrettezza della pratica posta in essere da Sky. Infatti, la circostanza che vi sia stata un’ampia campagna informativa rispetto all’evento dello switch-off non esime l’operatore satellitare dal prestare particolare attenzione alla correttezza e chiarezza dei propri messaggi pubblicitari ciò proprio al fine di garantire una maggiore tutela al consumatore che presenta un’accresciuta vulnerabilità in tale fase di transizione". Censurabile è stato inoltre l’impiego del logo delle Regioni. Un elemento, questo, che "induce il consumatore a ritenere che l’iniziativa proposta da Sky possa aver ricevuto un esplicito avallo/patrocinio, di carattere istituzionale, da parte delle Regioni interessate. Al riguardo si osserva come la stessa Sky abbia ammesso che non sussiste alcuna autorizzazione da parte delle Regioni all’utilizzo del loro stemma".