Multa per Intel. Contestato l’abuso di posizione dominante nei confronti di AMD e richiesti 1,06 miliardi di euro. Intel, naturalmente, farà ricorso. In Europa si può parlare di concorrenza e norme antitrust. Perché il mercato è sì libero, ma va anche mantenuto tale, per garantire a tutti gli operatori le stesse opportunità. E senza un forte intervento dello Stato, questo non avviene. Sembra un paradosso ma non lo è affatto. La prima ad accorgersene è stata la regina del neoliberismo: Margaret Thatcher. Tanto liberista nelle scelte di policy, quanto inflessibile nel difendere l’apertura e la contendibilità dei mercati. Lo si facesse anche in Italia da anni non si parlerebbe più di duopolio Rai-Mediaset. Ma è inutile sognare, atteniamoci ai fatti e parliamo di Unione Europea. Dopo lo storico provvedimento nei confronti di Microsoft, ad opera dell’allora Commissario Europeo Mario Monti, un’altra impresa nordamericana si vede notificare una decisione molto scomoda. L’attuale Commissaria Eu alla Concorrenza, Neelie Kroes, ha infatti chiesto ad Intel di pagare una multa di 1,06 miliardi di euro, per abuso di posizione dominante. In realtà si temeva una decisione molto più rilevante, perché voci di corridoio quantificavano la multa in qualcosa come 4 miliardi di dollari, un decimo del giro di affari annuale del produttore di microprocessori. Invece la cifra è decisamente più ridotta, ma pur sempre considerevole. Tanto che Intel ha già annunciato che presenterà ricorso, contestando la decisione della Commissaria europea. Ma l’importo finale della multa è forse la questione meno rilevante. L’importante è dare un segnale ai mercati. (Davide Agazzi per NL)