Una nuova asta, con criteri definiti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per le frequenze della cosiddetta banda L da destinare al potenziamento della telefonia mobilie in banda larga.
Questa la richiesta dell’Antitrust al governo contenuta nella segnalazione messa a punto in vista della stesura della legge annuale per la concorrenza. E’ importante, si legge nel documento, "liberare risorse occupate in modo non efficiente. Il riferimento è alla banda di frequenze 1452-1492 MHz, detta anche banda L, che è attualmente non utilizzata in Europa, mentre le caratteristiche fisiche che la contraddistinguono possono fornire risorse preziose alla telefonia mobile". "Il principale ostacolo all’uso delle frequenze 1452-1492 per la banda larga mobile è che finora sono state allocate per la Tv su piattaforma mobile, senza tuttavia che gli operatori le utilizzino per la fornitura di tale servizio". Di qui la richiesta al governo "di prevedere una norma che riconosca all’Agcom il potere di avviare le procedure per l’assegnazione delle frequenze 1452-1492 MHz individuando tempi, modalità e misura delle eventuali compensazioni". Il modello, spiega Giovanni Pitruzzella presidente dell’Autorità, "potrebbe essere quello di cui all’articolo 1 della legge 220 del 2010 utilizzato per la gara per la banda 790-862 Mhz", l’asta che ha fruttato circa 4 miliardi allo stato. (Reuters)